Tutti pazzi per il Vietnam (o la Cambogia, che è uguale)

Oggi mi sono fatto del male (morale ed economico) e sono andato a pranzo da California Bakery in via Larga. Tralascio le solite considerazioni sul costo in termini assoluti: andando lì sapevo quanto avrei speso e cosa avrei mangiato. Mi soffermerei sul people watching, valore aggiunto che bramavo ma che è andato al di là delle più rosee aspettative. A parte il fatto che sono stato posizionato nella zona cucina-cessi, a fianco a me avevo una tavolata di milanesi-trendy-imbruttiti-figlidipapà-giovaniprofessionisti. Svettava sul gruppo il maschio alfa, palestrato, fascino canaglia e parlantina sciolta. Parte con un aneddoto su un incontro con un locale sulla spiaggia in un recente viaggio in Vietnam/Cambogia (i due paesi sono stati egualmente citati nel corso del racconto). Toccanti storie di universi lontani che si incontrano e comunicano a gesti, conclusi col locale che svanisce nell’orizzonte remando sulla sua zattera. Bla bla bla. Segue monologo sulla casa che sta per prendere e che è esattamente dove la vuole da oltre dieci anni. Ulteriore monologo sull’auto che sta per prendere: una bmw ma, attenzione, o la serie sei nuova o la serie cinque ma solo quella del ’98. Chiacchiericcio vario sparlando degli assenti e si conclude con la discussione su dove uscire a cena stasera. Un maschio beta propone un paio di posti ma lui, da vero M.I. lo incalza “ma non hai qualche posto nuovo? io voglio posti nuovi!” e a questo punto la chicca… il ristorante vietnamita. Il maschio alfa è visibilmente eccitato “ma c’è un altro ristorante vietnamita a Milano?” (oltre a quello che ovviamente alfa conosce già) “…e ci sei andato a mangiare senza di me???”

Eh anche oggi California Bakery valeva il prezzo del biglietto.

Pubblicato il 27 febbraio 2015, in Giorno Marmotta con tag , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

Lascia un commento