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WSOP 2017

Nel disinteresse generale, italiano e non solo, sono partite le World Series of Poker 2017. Il campionato del mondo di questa disciplina che, manco a dirlo, si disputa (in una trentina di eventi) a Las Vegas.

Il momento d’oro del Texas Hold’em pare passato. Qui da noi anche per colpa di una mezza legge, che non ha mai avuto un decreto attuativo e che ha quindi lasciato un limbo, nel quale i circoli seri hanno chiuso e le bische hanno continuato la propria attività. Nel mezzo dei circoli, che io ritengo un po’ border line con la legge, che svolgono attività, con un occhio aperto e uno no da parte delle prefetture.

Detto questo, prima o poi mi piacerebbe torgliermi lo sfizio di rompere il salvadanaio e partecipare al Main Event. Bhè, magari al main no (attualmente l’iscrizione è arrivata a $ 10.000), ma magari ad un side event meno prezzolato.

Sorgente: WSOP | 2017 | Starts May 30th, 2017 | Las Vegas

Perché una volta le Wsop le vorrei giocare…

Ieri a Las Vegas si sono aperte le World Series of Poker 2016. Per gli amici le Wsop. Prima o poi mi piacerebbe giocarle. Anche se non sono un gran che come giocatore, anche se è un po’ fuori dal mio budget pokeristico(pur non essendo, scegliendo bene l’evento, una spesa esorbitante, una spesa esorbitante), anche se… Ma meglio farvelo spiegare da un pokerista, che sinceramente non conosco, migliore di me.Sorgente: Giorgio Silvestrin: “Perché andare alle Wsop? Perché Las Vegas è magia… Las Vegas è il sogno proibito…” | WSOP

Ecco perché non gioco a poker nei circoli

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Premessa: l’articolo linkato all’interno del post presenta diverse inesattezze ma il mio concetto di fondo resta.

Ho diversi amici che rilanciano le pubblicità dei tornei live di un noto circolo milanese dove si gioca a Texas Hold’em. Guardando la trasparenza con cui pubblicizzavano i loro tornei mi era quasi venuto un dubbio: vuoi vedere che è uscito il regolamento attuativo della legge e ora i circoli hanno riaperto? Sì perché in Italia c’è. Una strana situazione per la quale è uscita una norma che regolamenterebbe il Texas hold’em nei circoli, ma non è mai arrivato il relativo regolamento. Risultato? I circoli che si arrischiano a organizzare tornei non possono dire di rispettare al 100% la legge. Anzi. Poi molti prefetti hanno deciso di tollerare la cosa ma è un altro paio di maniche. Torniamo a ieri, quando sulla bacheca di Facebook ricevo una strana notifica da questo circolo, che parla di un’infrazione rilevata ma che nessuno ha subito denunce o che altro. Ahia, penso io. Oggi poi su MilanoToday appare questo articolo. Sarà anche vero che è tutto da verificare ma qualcosa è successo. Ecco perchè nessuno riuscirà a convincermi che giocare nei circoli, oggi, sia legale. Ecco perchè continuo a farmi le mie piccole partitine online e ogni due o tre mesi faccio una capatina con amici a Campione, dove i tornei dei Texas sono legali, approvati e tassati. Poi ognuno è libero di fare le proprie scelte. Ognuno è libero di dire che la situazione della legge è anacronistica (in effetti ha fatto chiudere i circoli sani e ha incrementato il lavoro delle bische). Questa però è la situazione attuale con la quale tutti devono confrontarsi.

Giocare a Poker senza parlare Pokerese

Spesso ne ho parlato anche qua: mi piace il poker Texas Hold’em. Da diversi anni ormai. Dovrei ripescare indietro nel tempo ma credo già dal 2009-2010. Non ne ho mai fatta una malattia così come gli ho dedicato sempre ritagli di tempo. Nel frattempo la moda di questo gioco è scoppiata sia in senso positivo che in senso negativo… infatti ormai dalla tv generalista è quasi scomparso. Leggo ogni tanto dei siti sull’argomento e quello che mi stupisce sempre, in negativo, è l’uso abnorme che si fa di un linguaggio tecnico che trascende ormai nello slang. Parlare di tattiche di poker, ritengo, sarebbe possibile anche utilizzando un gergo più facile per chi si avvicina a questo argomento, invece c’è una sorta di amore per sentirsi degli “iniziati” e quindi parlare un gergo incomprensibile al volgo.

Un esempio? QUESTO ARTICOLO di cui vi riporto qui solo un brevissimo estratto:

 Ad esempio mi ricordo uno spot dove mi ha bet-bet-overbetshovato river un board abbastanza dry, ho chiamato con top pair no kicker e ha girato bluff totale. Ho runnato bene fin da subito, ho vinto 6 stack al 1000 praticamente senza il rischio che mi recuperasse…

Ammetto che anch’io fatico a starci dietro…

Il mito di Max Pescatori

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Nella mattinata odierna, la profonda notte americana, Max Pescatori vinceva il secondo braccialetto alle WSOP (World Series Of Poker) di Las Vegas. Già era l’italiano più titolato, di recente era ritornato ad essere capolista nostrano nella money list all time, con la vittoria di stanotte aggiunge altri due primati: il primo italiano ad aver vinto due braccialetti nella stessa edizione e il primo europeo ad arrivare a quattro vittorie.

Che dire? Solo tantissimo rispetto. Soprattutto perchè lui non è uno che si è scoperto giocatore col book del poker online ma è uno che si è fatto una gavetta mica da ridere lontano dall’Italia. Tra il mito e la realtà io da una quindicina d’anni che ne sento parlare. Io e lui abbiamo una catena che è ben più corta dei famigerati sei gradi di separazione e abbiamo una radice comune: esser stati negli anni novanta recensori di videogiochi. Non l’ho mai conosciuto direttamente ma in quegli anni facevo le vacanze con un amico collega che lo conosceva. Mi raccontava di questo ragazzo che aveva deciso di trasferirsi negli States, che aveva fatto prima il croupier e poi il giocatore di poker. O forse l’inverso. O forse tutto in contemporanea. Poi è scoppia anche da noi la moda del Texas Hold’em e nelle prime trasmissioni che arrivavano, oltre a molti professionisti italo americani che il nostro paese non l’avevano mai visto, apparve anche questo pittoresco giocatore che giocava con una bandana tricolore e che ormai era soprannominato “the italian pirate”. “E’ quello di cui ti raccontavo” mi disse la conoscenza comune. Inevitabile averlo eletto tra i miei giocatori preferiti. I motivi tecnici poi sono tanti: gioca tante varianti, gioca i multievento e, soprattutto, si è formato per buona parte col gioco live, per me tecnicamente superiore al gioco online perchè la componente psicologica è decisamente maggiore. Negli anni poi ha vissuto di alti e bassi. Per qualche stagione è sparito, mentre i nuovi campionissimi dell’online salivano alla ribalta. Dalle WSOP del 2014 è iniziato a girare il vento e questa edizione è la vera consacrazione di un giocatore rispettato anche dagli altri pro. Ci mancherebbe altro, nel club di quelli col braccialetto, ad averne 4 non sono tantissimi, anche tra gli americani.

La storia di Max è raccontata più nel dettaglio in questo articolo  

La piccola follia di settembre

Se l’anno scorso mi ero regalano il MiniIpt di sanremo, quest’anno sono stato molto più parco nella spesa e ho deciso di partecipare al Next di Campione. Mentre viene pubblicato questo post, io sto per sedermi al tavolo per il Day1C. Il bello è che la rinnovata poker room del Casinò di Campione D’Italia prevede un tavolo tv, anche se sarebbe più corretto chiamarlo tavolo Streaming. Essendo, nelle prime fasi del torneo, una casualità finirci o meno, potreste anche riuscire a vedermi giocare. Il link lo trovate o sulla pagina di NextCampione (che vi ho già messo prima) oppure potreste provare questo link. Tranquilli che, sborone come sono, non mancherò di informarvi via twitter e facebook nel caso venga lì spostato.

Nel frattempo speriamo di giocare bene.

Poker from downunder

Onestamente fino a che non sono tornato ad Auckland non l’ho scoperto. Sotto la famosa torre c’è un casinò, anche bellino, con tornei di Texas hold’em. Essendo il Buy In decisamente abbordabile potevo lasciarmi sfuggire l’occasione di poter dire di aver giocato a poker live in tre continenti? Certo che no! Peccato che ho messo in bacheca anche un altro primato: non ero mai uscito per primo in un torneo in casinò. Il poker non è una scienza esatta ma in molte cosa ci assomiglia. Non c’ero molto con la testa e ho giocato male due mani, infilandomici mani e piedi. Avrei potuto farne a meno. Mettiamola così, se domani giocassi ancora, non potrei certo fare peggio…

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Ps ma il detto fortunato al gioco sfortunato in amore a qualcuno di voi ha mai funzionato? 🙂

Il mondo va alla rovescia?

Ok, spesso sono polemico.
Ok, non sono un tipo dal carattere particolarmente docile.

Questo però non vuol dire che abbia sempre torto.

Da qualche giorno chattavo con una ragazza. Nessun problema, chiacchiere tranquille, ci si conosceva. Oggi le scrivo per in pausa pranzo mi stavo rilassando facendo una partita a texas hold’em. Questa si inalbera e parte a dire che proprio non apprezza chi gioca a poker, che ai suoi occhi sono allo stesso livello di chi parla sempre di calcio e magari ci gioca anche. Io non ho niente contro chi gioca a calcio, magari qualcosa di più lo potrei dire a chi ne parla sempre. Non è però questo il motivo del contendere, è evidente il tono denigratorio. Mi sforzo di stare calmo e le faccio notare che è superficiale generalizzare in questo modo, magari non conosce neppure bene la disciplina. Per tutta risposta mi sento dire che sono un tipo polemico. Punto. Fine dei rapporti.

Non ho neanche avuto il tempo di partire col mio monologo, che sciorino sempre ai detrattori del poker, sul fatto che non sia gioco d’azzardo (in formula torneo) e su come contino soprattutto la statistica e la psicologia.

Oh ma tutte a me capitano??? 🙂