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Della condivisione della connessione

Estate. Anche in questo 2020 ci si muoverà (nonostante tutto) e per i nerd come me si crea il problema di allontanarsi dalla propria connessione di casa. Nasce quindi il drammatico problema dei giga, soprattutto se si vuole approfittare degli streaming video. Per fortuna ormai, almeno in Italia, ci sono offerte abbastanza generose. Io, per esempio, ho fatto un passo double e dalla mia storica sim Vodafone (che poi nasceva Omnitel) sono passato a Iliad per poi avere diritto di passare a Ho. (che poi è sempre Vodafone) e spendere 5,99 al mese per 50gb.

Per l’estate però non ci basta e così, memori delle ottime esperienze in Islanda e in Giappone, Mrs Puck & I ci siamo comprati un routerino portatile 4g, in qui mettere una sim solo dati e condividere la connessione.

Ce ne sono per tutte le tasche, da meno di 50 euro (questo) fino ai quasi 180 (quest’altro, per i veri malati di connessione).

…e si parte in nerdosità!

2019, parola d’ordine: controllo vocale (1a parte)

Prima parte: in principio fu Siri.

Da quando è uscito iOS 12 e sono passato ad un iPhone 8, ho riscoperto e scoperto Siri e il suo controllo vocale. L’uso principale lo faccio in auto. La dettatura è così migliorata che ormai stabilmente mando messaggi (anche con Telegram e Whatsapp) e soprattutto mi faccio leggere messaggi e notifiche. Se sono in auto solo, ormai è un via vai di “hey siri”. Sì, lo so, sono nerd e me ne vanto!

Maggio: un mese molto Nerd

Maggio è un mese molto nerd, non solo perchè compio gli anni ma perchè ci sono due importanti festeggiamenti annuali. Il primo cade proprio oggi: il 4 maggio. E’ infatti lo Star Wars Day. Come mai è stata scelta questa data? Per un gioco di parole che ho sempre trovato divertente (ma non faccio testo, sono nerd).

Il saluto dei Jedi è “che la forza sia con te” o, in inglese “may the force be with you”. Ecco che, con un minimo di variazioni, divente “may the forth be with you”

Buon Star Wars Day a tutti

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Ps: quando faccio questi post, che replico quasi ogni anno, mi sento come i telegiornali che fanno ogni sei mesi il servizio su come smaltire i postumi del cambio tra ora legale e ora solare.

Rientro di una coppia nerd – Seconda puntata

Come scrissi, durante la vacanza ci siamo resi conto che i norvegesi vanno matti per i waffle. Senza averlo deciso prima, sia Mrs Puck sia io, stavamo già cercando su Amazon le macchine per fare questi dolci.

Appena tornati, abbiamo fatto partire l’ordine su Amazon e all’Esselunga abbiamo comprato il preparato.

I primi esperimenti non sono stati eccelsi, anche perché ce ne siamo un po’ fregati delle operazioni preliminari alla prima accensione della piastra… Ma non demordiamo.

Rientro di una coppia nerd

Ore 4.52 am – aeroporto di Oslo

Ci prepariamo al rientro e… facciamo la spesa online su Amazon Prime Now con consegna a casa in tarda mattinata.

Ps la suddetta coppia nerd vive il rientro con la stessa turba psichica: il terrore che il freezer si sia scongelato durante la vacanza.

Ps2 Caprotti perdonami, prendo solo lo stretto indispensabile e domani vado a fare la spesa in Esselunga.

Unboxing Raspberry Pi 3

Dopo la traumatica esperienza con Android, ho deciso di intraprendere la via del Raspberry Pi per avere una Mame Machine domestica. Si tratta di un piccolo computer low cost, utilizzato sia a fini industriali che didattici. Sono partito da un starter kit trovato su Amazon e contentente:

  • la scheda Raspberry Pi 3
  • un case
  • due dissipatori
  • un alimentatore
  • un cavo hdmi
  • una scheda micro sd da 16gb con preinstallato  il sistema operativo (una distro di linux)

Qui sotto trovate le foto del pack in cui mi sono arrivati i componenti, una panoramica di tutte le parti e un dettaglio del packaging, molto curato, di quella che alla fine è una scheda.

In un prossimo post vi racconterò dei primi passi in questo mondo (decisamente positivi). Per ora mi soffermerò sul dubbio che avevo prima dell’acquisto: prendo il pack o solo la scheda e qualche componente?

Col senno di poi vi dico che, se siete alle prime armi come me, meglio il pack, però già ora, se dovessi aiutare un amico, gli fare risparmiare qualche euro. Analizziamo i singoli optional, dando per scontato che la scheda serve.

  •  un case: serve di sicuro, però se non prendete il kit potete scegliervi quello che volete. A me va bene questo
  • due dissipatori: per quello che costano, meglio non verificare se fonde senza 🙂
  • un alimentatore: alimentandosi tramite una micro usb (come i cellulari android), di questo articolo si puo’ fare a meno e rimediare con qualcosa che si ha in casa
  • cavo hdmi: la parte più inutile del kit, ormai ne ho la casa piena
  • scheda micro sd: alla fine ho preso il kit proprio per la distro preinstallata, visto che sono una vera capra di linux. Visto però come sono semplici le guide in rete e come è intuitiva l’installazione, potevo anche fare da solo.

Quindi il kit è una bella comodità ma se volete, potete anche scendere dai 70 euro che ho speso io, quasi fino a 50.

 

Jamgle: una startup spiegata da Cesareo


Oggi, grazie agli Elio e le storie tese, ho scoperto Jamgle. Si tratta di un sito dove ogni musicista o cantante puo’ caricare le proprie tracce come fossero un pezzo di un collage e creare una brano anche senza aver mai incontrato gli altri musicisti.
Oppure, come Cesareo ci spiega in modo molto chiaro in questo video, magari sostituire uno dei propri beniamini (se presenti su jamgle) in un brano. Io, per esempio, se fossi autolesionista, potrei sostituire Elio nella versione di Gargaroz che hanno pubblicato.
Fossi un musicista, la troverei una gran cosa. Soprattutto in un’era dove i fenomeni nascono online.
Ecco la versione di Gargaroz di cui vi parlavo, caricata nella versione definitiva su youtube.
Se la cercate poi su jamgle trovate le rejam degli utenti. Divertente.

Ok, un po’ nerd lo sono…

Qualche giorno fa vi scrivevo della mia delusione dopo la prima visita ad Akihabara, il quartiere nerd di Tokyo, dove non avevo trovato nulla d’interessante. Oggi, per l’ultima notte, siamo tornati a Tokyo, con un albergo relativamente in zona. Sono quindi tornato alla riscossa, forte di un paio di nuovi indirizzi di retrogaming. Mi aspettavo molto dall’ultimo negozio della lista, tale “Friends”, di cui tutti parlavano bene. Altra cosa che ne dicevano è che era difficile da trovare. In effetti è stato così, poichè vi si accede da una piccola porta situata tra altri due negozi. Per giunta la sua piccola insegna (scritta a mano e in pennarello) passa, diciamo, in secondo piano rispetto ad un negozio di massaggi molto ambigui, ubicato al quarto piano (Friends occupa invece due stanze al secondo e al terzo). Ero alla ricerca di un PcEngine, una console 8bit della Nec che già avevo e che mi si era rotta. C’era però il problema della dell’alimentazione e del collegamento alla TV. Alla fine non ho preso la console ma un accrocchio di emulazione. Lo vedete in foto, qui invece ne leggete su Wired. Non so se risolverò i due problemi di cui sopra ma per ora sono entusiasta del mio acquisto (anche se i puristi del retrogaming storceranno il naso…)