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L’angolo dei templari

Domenica, a meno d’imprevisti, sfidando il traffico dell’ultimo rientro, andrò a Cremona col mio omonimo rhodense. Siamo abitudinari e negli ultimi tre o quattro anni (anche se sarebbe meglio parlare di stagioni, calcistiche) la nostra routine è stata consolidata. Partenza in tarda mattinata da Milano, sosta allo stadio per i biglietti e poi in centro a mangiare, rigorosamente a L’Angolo dei Templari. Si tratta di un ristorante che trovammo per caso in una delle nostre prime trasferte, proprio dietro il torrazzo. Molto alla buona e gestito da una famiglia di cinesi. Il boss, o almeno noi gli riconosciamo questo ruolo, è un ragazzo piuttosto giovane che parla molto bene italiano e che quando deve prendere le ordinazioni inizia sempre con “vi spiego il menù”. Il tutto poi in genere si snoda tra un primo (c’è sempre il risotto al radicchio), un piatto di affettati, birretta e caffè.

L’ultima volta che ci siamo stati stavano per ristrutturarlo. Ora torniamo con il terrore che sia cambiato e che non abbia più gli affreschi trash dei templari o che non ci sia più la televisione appesa in un angolo, dove vedere studio sport e il moto mondiale. Voglio ricordarlo così, come ancora appare su google maps.