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L'era del "Responsabilmente"

Siamo nell’era dei Disclaimer, cioè delle frasi apposte su packaging e pubblicità per avvertirci dei potenziali rischi connessi a un prodotto. Madre di tutti i disclaimer sono state le sigarette con il dapprima morigerato “nuoce gravemente alla salute”, sostituito poi da messaggi ben più espliciti. Da lì è stato tutto un proliferare, a volte condvisibile a volte quasi esilarante. La parola d’ordine è “responsabilmente”. Bevi responsabilmente (sugli alcoolici), gioca responsabilmente (sui siti di poker), guida responsabilmente (per le auto). Come se una frasetta messa in microcaratteri facesse qualcosa o comunque sortisse qualche effetto sulla coscienza dei consumatori. Tutti questi messaggi si traducono comunque in un invito a consumare meno di un determinato bene. Tutti, tranne uno: i profilattici. Tromba responsabilmente, declinato con frasi del tipo “l’uso del profilattico limita i rischi di malattie sessualmente trasmissibili” è l’unico caso in cui la sindrome del responsbailmente può aumentare i consumi. Prima accennavo agli eccessi di questi disclaimer, eccone un esempio. La settimana scorsa ho comprato un sacchetto di crocchette di patate surgelate, per giunta del tipo pseudoleggero da fare al forno. Giro il sacchetto per verificare la temperatura e i tempi di cottura e mi trovo una frase in grassetto che mi invita a diversificare la dieta e fare moto. Inutile e fastidiosa, come se il classico americano enorme si facesse intimorire da questo, tra una patata, una birra, una sigaretta e del sesso non protetto.

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C'era una volta il salmone

L’altra sera a cena ho aperto una busta di salmone. Era in offerta all’esselunga e comunque l’avevo scelta praticando il solito esercizio mentale, più per convinzione che per reale risparmio, della comparazione dei prezzo al chilo. Mangiavo quelle quattro fettine quattro e ricordavo quando il salmone era un lusso. Da piccolo era un nostro classico del capodanno. Prima di Natale c’era la febbrile attesa per vedere se il solito cliente ce lo avrebbe regalato. Uno. Intero. Non affettato. Eh sì perché poi parte del rito del salmone affumicato stava proprio nel suo taglio. Gli anni passano e ormai, anche se non è corretto catalogarlo tra i cibi di tutti i giorni, di sicuro ha perso molto della sua connotazione nobiliare. Un po’ mi mancano quei tempi. Per l’età che avevo, per il fascino che assumevano certe cose e… Perché ancora si aveva quel minimo di stima per i commercialisti che portava le aziende a fare il presente natalizio.

La democrazia? Sì vabbè ma…

La Democrazia è una gran bella cosa. Basta solo applicare un paio di correttivi.
Ci sono casi in cui dare libertà di parola, esperissione e voto a tutti andrebbe limitata. Inorridite? Sostenete che scherzare (scherzare? mica scherzo!  ) su queste cose in questo periodo in Italia non sia il caso? Vi faccio due esempi: le riunioni condominiali e i programmi radio/siti/giornali che danno libero sfogo alle opinioni del pubblico, anche tramite sondaggi.
Ieri sera c’è stata l’annuale riunione condominiale. Non potrei mai fare l’amministratore di stabili. Non ho abbastanza pazienza e neppure tanta faccia tosta da non mandare a defecare quelli che dicono certe cose. Tutto è filato (più o meno) liscio fino alle famigerate varie ed eventuali. Lì come al solito si è scatenato l’inferno, tra vasi sui davanzali, infiltrazioni e impresa di pulizie. Meritevole di menzione una diatriba per i mobili che, sui balconi, non dovrebbero superare in altezza il parapetto. Una sana oligarchia nei condomini ci vuole e in effetti è quello che c’è, la riunione serve solo per dare l’illusione di democrazia.
Per quanto riguarda il capitolo che chiameremo "le opinioni del pubblico" credo che il problema sia uno solo: ognuno crede di avere un’opinione valida e interessante e ci tiene ad esprimerla e primeggiare sugli altri. Quando voglio arrabbiarmi vado a leggere i commenti alle notizie sul sito del Corriere. Tra l’altro i fetenti aprono questa possibilità, in genere, solo sulle notizie più populiste, dove è facile infervorare gli animi e tirar fuori i peggiori bassi istinti umani. Voi direte "ma come? proprio tu che hai un blog dici che la gente non ha per forza qualcosa di sensato da dire?" certo, sostengo di non averla neppure io, però non vengo a casa vostra a propinarla, siete voi a venire (in pochi) da me, quindi ‘zzi vostri

Ti distrai un attimo e…

La giornata può anche essere partita benino.Hai sonno, complice il clima grigio, ma al lavoro ingrani bene. Sei bello carico. Quindi ti concedi la radio in cuffia mentre ti tuffi tra scartoffie ed email, ti rilassi. E lì il patatrak. Abbassi la guardia,  e lì arriva lei. Una canzone nuova, mai sentita prima, eppure dentro ci leggi storie e sensazioni che già conosci.

"Piove e mentre guardo il mare ripenso alle parole che mi hai lasciato scritte
Provo un pò a dimenticare infatti guardo il mare e non ci penso più"

Tutto quello che cercavi di seppellire sotto l’ordinaria amministrazione e quel briciolo di rancore (che aiuta) riemerge prepotente, irrazionale, stoicamente gioioso. E sei fottuto.

"Agosto è ancora nei miei sensi ma tu cosa ne pensi mi vuoi ancora bene indice di una vita semplice sei diventata complice ma non ti fidi più.
Chissà dove sarai adesso dov’è tutto quel sesso, quel caldo, quel sudore… Chissà se ancora pensi al mare al caldo da morire che non si sente più.. Chissà se agosto è ancora nostro, se ancora splende il sole o poi magari piove.."

Poi riprendi le redini dei pensieri, anche se tutto sommato quello che doveva lasciarti solo tristezza, in fondo ha un retrogusto molto dolce. E la canzone finisce…e ti ritrovi ad annuire.

  "Chissà se mai la frustrazione diventa un’emozione così non piove più."

Così, anche se forse non dovresti, ti ritrovi a condividere quello che ti passa per la testa con quell’ottantina di persone che ogni giorno passano sul tuo blog. Passanti che leggono e guardano solo quello che gli interessa, arrivati da chissà con quale chiave di ricerca e che forse mai incroceranno quelle righe. Poi ci sono loro, quelle tre o quattro persone che passano con costanza a leggere le cavolate che scrivi e che probabilmente hanno capito di che parli, alcuni approvando, altri no.

Gli accostamenti del destino

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Quando ho visto lo strano accostamento qui a fianco non ho potuto fare a meno d’immortalarlo. Da qualche settimana in giro per Milano si vede questa campagna cartellinistica contro i prodotti contraffatti. Vera lotta o solo propaganda in occasione della settimana della moda non sta a me dirlo. Anche se mi vengono in mente alcune scene di Gomorra e il documentario di Current "China blue". Detto ciò alla metropolitana di Cadorna il venditore resta imperterrito col suo banchetto variabile e variegato, proprio sotto il cartello anti contraffazione. Life goes on.

Gli occhiali a raggi infrarossi per iPhone

Negli anni ’70 la quarta di copertina di molte riviste popolari accoglieva pubblicità di vario tipo. C’erano le scimmie di mare, i pomodori rampicanti, le fragole giganti e…gli occhiali a infrarossi che permettevano di vedere le donne nude. Ovviamente erano una cavolata e non nascevano neppure in quel periodo. Anche Pupi Avati ne ha inserito un paio nel suo ultimo "Gli amici del bar margherita", ambientato negli anni ’50. Oggi questi occhiali tornano, sotto forma di applicazione per iPhone, in vendita a € 0,79. A una persona con almeno tre neuroni è ovvio che si tratti di una cavolata ma è esilarante leggere i commenti inviperati di chi ha acquistato l’applicazione pensando evidentemente chissà che. L’utente Defender79 (maporcapuzzola hai trent’anni…) dice "App falsa nn fa tutto quello dice vendita fasulla con tanto di spiegazione illusoria e tendenziosa. Occhio Apple". L’utente Poroscemo (e qui uno che sceglie un nick del genere dovrebbe dirci già molto) gli fa eco "Vi darete degli stupidi almeno per qualche ora. Quello che non è chiaro è come Apple permetta la pubblicazione di simili stronzate".
Su quest’ultimo punto però mi sento di essere concorde, soprattutto dopo l’invasione nello scorso inverno di PetoMachine e le polemiche di questi giorni su rifiuti eccellenti.
Ciò non toglie che io sia per il libero mercato e la "selezione naturale": fino ache ci saranno gonzi intenzionati a pagare per cose palesemente inutili, è giusto privarli dei propri soldi.

Dialoghi domestici

Rientro in casa, stanco e accaldato. Apro il frigo.
"eh bè, cosa guardi così? cosa ti aspettavi?" fa lui.
mmm mugugno perplesso mentre una mezza mela rattrapita mi guarda sonnolente con la coda dell’occhio.
"che vogliamo fare allora?" mi incalza.
mmm mugugno ancora, godendomi due secondi di brezza rubata. Dopo di che chiudo il frigo, prendo le chiavi della macchina e, famelico, vado a fare la spesa.
Ci vediamo dopo.

Metal Gear Solid Touch per iPhone

Scusate se vi snobbo in questi giorni ma in ufficio (e fuori) sono giorni concitati.
Oggi è comunque stata pubblicata una mia recensione, discretamente importante: Metal Gear Solid Touch per iPhone.
Buona lettura

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