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Tutti pazzi per il Vietnam (o la Cambogia, che è uguale)
Oggi mi sono fatto del male (morale ed economico) e sono andato a pranzo da California Bakery in via Larga. Tralascio le solite considerazioni sul costo in termini assoluti: andando lì sapevo quanto avrei speso e cosa avrei mangiato. Mi soffermerei sul people watching, valore aggiunto che bramavo ma che è andato al di là delle più rosee aspettative. A parte il fatto che sono stato posizionato nella zona cucina-cessi, a fianco a me avevo una tavolata di milanesi-trendy-imbruttiti-figlidipapà-giovaniprofessionisti. Svettava sul gruppo il maschio alfa, palestrato, fascino canaglia e parlantina sciolta. Parte con un aneddoto su un incontro con un locale sulla spiaggia in un recente viaggio in Vietnam/Cambogia (i due paesi sono stati egualmente citati nel corso del racconto). Toccanti storie di universi lontani che si incontrano e comunicano a gesti, conclusi col locale che svanisce nell’orizzonte remando sulla sua zattera. Bla bla bla. Segue monologo sulla casa che sta per prendere e che è esattamente dove la vuole da oltre dieci anni. Ulteriore monologo sull’auto che sta per prendere: una bmw ma, attenzione, o la serie sei nuova o la serie cinque ma solo quella del ’98. Chiacchiericcio vario sparlando degli assenti e si conclude con la discussione su dove uscire a cena stasera. Un maschio beta propone un paio di posti ma lui, da vero M.I. lo incalza “ma non hai qualche posto nuovo? io voglio posti nuovi!” e a questo punto la chicca… il ristorante vietnamita. Il maschio alfa è visibilmente eccitato “ma c’è un altro ristorante vietnamita a Milano?” (oltre a quello che ovviamente alfa conosce già) “…e ci sei andato a mangiare senza di me???”
Eh anche oggi California Bakery valeva il prezzo del biglietto.
Noi che siamo fans di Caprotti
In genere il blog de Il Milanese Imbruttito non mi piacere, non mi fa ridere, non è neppure lontanamente paragonabile alla causticità (si puo’ dire?) delle singole battute che hanno resa famosa la pagina facebook. Questo articolo però sulla tipologia dei frequentatori dell’Esselunga è carina. In un paio mi ci ritrovo.
