Cinema vuoti, pecore e testardi islandesi
Ieri sera sono andato al cinema da solo. Da solo perché non ero con nessuno ma da solo anche perché in sala eravamo solo in 9 (contati). Del resto c’era da aspettarselo, per lo spettacolo delle 18 di un film drammatico islandese, vincitore della sezione Un certain regard al festival di Cannes. Il mio rapporto coi film premiati e impegnati si è un po’ incrinato dopo “Un piccione seduto su di un ramo riflette sull’esistenza“, nonostante questo nutrivo buone speranze per questo “Rams: due fratelli e otto pecore”. Ammetto che la mia passione per l’Islanda ha avuto un certo peso nella mia scelta di vederlo. Senza aver la pretesa di aver capito un popolo in due settimane di ferie, devo dire che questo film è un ottimo spaccato di quello che è la campagna islandese. Cioè tutta l’isola che non faccia parte dell’area metropolitana di Reykjavik. Il film è molto intimista, lento ma non noioso. Con un finale che, senza spoilerare, potrei definire enigmatico ma dolce. Non so se suggerirvelo perché non a molti potrebbe piacere. A me è comunque piaciuto.
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Pubblicato il 26 novembre 2015 su Uncategorized. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Lascia un commento.
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