Pubblicato il 23 marzo 2017, in Giorno Marmotta con tag gnammo, homecookijng, socialeating. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 7 commenti.
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Il social eating si gnammi no.
e per te gnammo non è il socialeating? Ovvio, non inteso come mangiare a cena ma come archetipo dei portali del genere
Avevo sentito parlare anni fa della formula social eating ma pensavo fosse finito lì. Beh il cuoco a casa è molto carina come idea per una serata diversa
Saluto ed intervengo in replica al buon Marco: sono tutt’ora convinto che la congiunzione astrale ‘crisi/Masterchef’ abbia creato l’humus adatto all’homecooking e la fioritura dei siti negli ultimi tempi ne è la prova provante. Il progetto che hai citato era troppo in anticipo sui tempi ma nulla vieta una sua riproposizione soprattutto adesso che si è consolidata la figura dell’HomeChef: vedo società online puntare sulla ‘community’ come Gnammo oppure sulla vendita di prodotti per la consegna a ‘prezzo di fabbrica’ come MammaMeal e continuo ad interrogarmi sul perché ti risulti fallimentare puntare sulla vera cucina regionale cucinata e servita da una casalinga che in piena sicurezza aprirebbe la sua porta di casa per condividere le sue specialità? La mia idea di creare un network che permetta di prenotare un risotto alla milanese con ossobuco a Milano oppure la pappa col pomodoro a Firenze, per non dimenticare la coda alla vaccinara della capitale, continua a rimbalzare vivace nei mie neuroni … pensa a quei poveri stranieri che si devono sorbire i menù turistici quando invece potrebbero godere della vera cucina regionale con un solo click! V
Il fallimento di questo siti è la prova provante che al mercato non interessa.
Ps il tuo progetto originale non era certo sulla cucina regionale ma su un altro formato di business… il tuo poi era social eating, non homecooking.
Veramente tra socialeating ed homecooking, propenderei etimologicamente per il secondo dato che fisicamente si ospitano persone a pranzo/cena a casa propria senza creare alcuna rete sociale ma proponendo il proprio menù ai singoli client. E sebbene la mia prima versione fosse destinata alla pausa pranzo ed eventualmente alla cena tipica, vero è che la variante ‘turista in Italia’ era già contemplata. Oggi come oggi, con un turismo low-cost ed il traino dell’Expo (se ti ricordi bene partivo proprio da quello per ragionare sul progetto …), poter offrire soluzioni mangerecce con cucina casalinga tipicamente regionale direttamente nelle città d’arte o comunque all’interno dei percorsi turistici canonici, avrebbe la sua ragione d’essere …
Visti i tuoi studi e il mio pessimo inglese, non posso contestare etimologicamente. Quella che però la prassi, vede con l’homecooking i cosiddetti cuochi a domicilio, il social eating le cene organizzate a casa di qualcuno che cucina per tutti. Sul tuo vecchio format sai che contestavo i risicati margini e il breakeven point irraggiungibile. Il nuovo format sembra mamma meal, che secondo me forse si ritaglierà un piccolo spicchio di mercato… ma magari neppure quello.
Per me solo i cuochi a domicilio hanno un futuro.