Castello di Cisterna, una fucina di campioni (oriundi)

Oriundo. Prima di iniziare a seguire l’hockey ghiaccio non avevo mai sentito questo termine. In soldoni: si riconosce la cittadinanza italiana ad un soggetto straniero, in forza dei suoi antenati. Fino agli anni 80-90 era più facile e frequente: la migrazione d’inizio secolo aveva sparso italiani per il mondo. Difficile negare che un Marco Pietroniro da Montreal o un Carmine Vani da Toronto non avessero origini italiane. Poi sono venuti gli italo argentini del rugby. Anche qui tutto ok, con qualche dubbio maggiore, in alcuni casi. Poi è arrivato il calcio. Lì sì che ci si è cominciati a divertire. Recoba e i suoi compari di sventura, furono il primo grande scandalo in fatto di passaporti (in quel caso falsi). Ideali per strappare un buon contratto all’interno della UE.

Ora e’ scoppiato un altro bubbone, con un piccolo paesino del napoletano, Castello di Cisterna, dove sono in essere ben trecento (tre cen to) pratiche di brasiliani che millantano parenti di quel paese e che chiedono il passaporto italiano. Ovviamente c’è qualcosa che non va… A quanto pare, in questo caso i passaporti sarebbero veri. A essere falsi sarebbero i documenti comprovanti le parentele.

Sorgente: Documenti falsi per 300 brasiliani: così diventavano calciatori «italiani» – CorrieredelMezzogiorno.it

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Pubblicato il 12 aprile 2017, in Giorno Marmotta con tag , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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