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Parlare del calcio di provincia
Sono sempre stato contro i talk show calciatici. Per me non ha senso parlare di una partita (anche di hockey, basket o qualsiasi sport) passate le due ore dalla fine dell’incontro. Però l’altra sera, grazie ai miracoli dello streaming (legale) mi sono visto un bel pezzo de “il grigio e il rosso”. Trasmissione che l’emittente Cremona1 dedica settimanalmente alla Cremonese. Bhé ho sinceramente ammirato il loro impegno perché se “parlare di calcio” è facile, non lo è altrettanto riempire ben più di un’ora parlando di una sola squadra. Anche gli ospiti, gira e rigira, sono sempre gli stessi. Menzione di merito per gli sms che scorrevano in sovrimpressione: gli stessi 15-20 in loop 🙂 Amo un certo calcio di provincia, soprattutto se la provincia è quella delle 3T.
L’angolo dei templari
Domenica, a meno d’imprevisti, sfidando il traffico dell’ultimo rientro, andrò a Cremona col mio omonimo rhodense. Siamo abitudinari e negli ultimi tre o quattro anni (anche se sarebbe meglio parlare di stagioni, calcistiche) la nostra routine è stata consolidata. Partenza in tarda mattinata da Milano, sosta allo stadio per i biglietti e poi in centro a mangiare, rigorosamente a L’Angolo dei Templari. Si tratta di un ristorante che trovammo per caso in una delle nostre prime trasferte, proprio dietro il torrazzo. Molto alla buona e gestito da una famiglia di cinesi. Il boss, o almeno noi gli riconosciamo questo ruolo, è un ragazzo piuttosto giovane che parla molto bene italiano e che quando deve prendere le ordinazioni inizia sempre con “vi spiego il menù”. Il tutto poi in genere si snoda tra un primo (c’è sempre il risotto al radicchio), un piatto di affettati, birretta e caffè.
L’ultima volta che ci siamo stati stavano per ristrutturarlo. Ora torniamo con il terrore che sia cambiato e che non abbia più gli affreschi trash dei templari o che non ci sia più la televisione appesa in un angolo, dove vedere studio sport e il moto mondiale. Voglio ricordarlo così, come ancora appare su google maps.


