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Se fossi

Se fossi lo sceneggiatore della mia vita, si vedrebbero troppo le influenze di Aaron Sorkin e delle commedie sentimentali. Sarebbe molto di più un mix di grandi dialoghi, battute ad effetto (una mia ex me lo disse “tu mi hai fregato troppe volte con le battute ad effetto” 🙂 ) e di scene degne della miglior Nora Ephron. Per interpretarmi scritturerei Billy Crystal o John Cusack. Anche Hugh Grant andrebbe bene. Ci sarebbe una grande scena finale, azioni plateali, il lieto fino. Nel mio piccolo, quando ne ho avuta l’occasione, qualche gran bel gesto romantico penso di essere riuscito a farlo. Purtroppo in questo campo credo di essere un talento inespresso.

Un bel monologo che potrei fare (letteralmente) sarebbe questo:

 

A volte però anche le migliori commedie non hanno un happy ending classico, ecco che quindi per la mia storia mi accontenterei (per ora) di un finale positivo così:

 

Forget Paris

Uno dei film cult della mia tardo adolescenza. Un Billy Crystal sui massimi storici.

 

Perchè alla fine di una storia hai sempre una città da dimenticare 🙂

Tutta colpa di Freud

Dopo “Prima di essere un uomo” (che da ieri è nel sottotitolo del mio blog)
Dopo “Le cose in comune” (che in questo periodo non mi pare il caso)
Dopo “L’y10 bordeaux” (che ho appena messo in un post)
Dopo “Le strade di Francia” (che finirà in un post mentre sarò a Parigi)

Soprattutto dopo “Testardo” ora “Tutta colpa di Freud”. Ma come fa Silvestri a raccontare così bene cosa mi passa dentro?

 

I bimbiminkia vanno all’università

La settimana scorsa ero al cinema a vedere Rush. Nei soliti interminabili trailer, che i multisala ci propinano dopo l’ora d’inizio dichiarata, ho scoperto l’esistenza del nuovo film di Moccia: Universitari.
Come definirlo, dalle immagini del trailer? Una via di mezzo tra Tre metri sopra il cielo e L’appartamento spagnolo, con una spruzzata di Fabio Volo e luoghi comuni a manetta come “tra dieci anni torniamo qui a raccontaci che persone siamo diventati”. Vi prego uccidetemi…

Recensione bonsai: Ribelle – The Brave

Bello, niente da dire. Però nella trama la componente Disney è decisamente preponderante rispetto a quella Pixar. Promemoria per il futuro: assicurarsi del grado di coinvolgimento di John Lasseter nel progetto prima di andare a vedere un film Pixar.

Recensioni bonsai

Ho visto un po’ di film in questo periodo. Per non spoilerare e per dare un giudizio/riassunto veloce, farò delle recensioni bonsai.

Super8: Stand by me incontra Alien. Voto 6,5
Good: Goebbels si fa scrive la giustifica dal prof. Voto 6
Cose dell’altro mondo: attendo a cosa desideri, potresti ottenerlo. Voto 6,5 (7 con un finale diverso)

Marigold hotel

Marigold hotel è un film che in pochi hanno visto e che ancora meno vedranno. Snobbato dai grandi circuiti multisala, sopravvive nelle poche sale indipendenti ma non avrà vita ancora lunga.
Non è neppure un film che cambierà la storia del cinema ma è sicuramente una pellicola piacevole. Si tratta di una commedia inglese, una storia corale che prende il via con un gruppo di anziani inglesi che, senza conoscersi tra loro, decidono di andare in una sorta di resort per la terza età in India. Nulla però sarà come si aspettavano. Un film dolce e divertente, che scorre via tranquillo lasciandoti alla fine una piacevole sensazione.
Del resto, come dice il loro giovane albergatore indiano, “alla fine tutto andrà bene e se così non fosse, vorrà dire che non si tratta ancora della fine”

Benvenuti al sud

Ieri sera, anzi ieri notte, ho visto il suddetto film e mi sono reso conto che fondamentalmente avevo dei preconcetti su di un film che gioca tutto sui preconcetti. Lo ammetto: diffido dei remake e diffido delle commedie francesi, però sono contento di aver visto questa riedizione italiana della pellicola campione d’incassi oltralpe. Mi è venuta quasi la curiosità di vedermi l’originale. Consigliatissimo!