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Sparate pure al pianista ma al piano voleteci bene

Io sono affezionato a Ostellobello. Mi piacciono i tavoli e le sedie, tutti diversi l’uno dall’altro. Mi piace il clima informale e rilassato. Mi piace essere riconosciuto quando entro. Mi piace pranzare con i Clash di sottofondo. Mi piace mangiare qui piuttosto che in un anonimo bar dove mi scaldano un piatto nel microonde (anche se ai tempi di BigMama…). Mi piace sentirmi meno solo anche se pranzo da solo. Mi piace parlarne bene sul mio blog, anche se l’ho già fatto diverse volte. Mi piace avere dei ricordi e quei ricordi sono legati a questo posto. In definitiva mi piace sentirmene parte, anche se sono solo un cliente, neppure troppo assiduo.

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Complimenti Ostello Bello

Oggi, nell’ennesima giornata piovosa milanese, mi sono trovato a girare dalle parti di Ostello Bello. Per festeggiare la solita vagonata di premi annuali di Hostelworld che hanno vinto, ho pensato bene di fermarmi a pranzo. La nuova formula senza servizio al tavolo è quasi preferibile a quella passata. Ti fa sentire ancora più a casa.
Comunque complimenti a loro per essersi laureati miglior ostello italiano anche quest’anno.

Il primo panno verde non si scorda mai

Il panno verde è sinonimo di gioco d’azzardo, di locali fumosi, carte e finches.
Per quelli della mia età, per molti anche più maturi, per qualcuno di più giovane, il primo panno verde è stato molto diverso.
Ieri sera ero alla presentazione di un libro in un bell’ostello nel centro di Milano. Posto di cui ignoravo l’esistenza fino a qualche giorno fa. Questa però è un’altra storia di cui magari parlerò in un post ad hoc.
La presentazione era nel locale comune dell’ostello, posto nel seminterrato.
Stavo per imboccare le scale per uscire quando eccolo lì, appeso tra una chitarra e un calcetto: il panno del subbuteo! Quanti ricordi. Un po’ liso ma stupendo, steso e fissato su una tavola di compensato, come succedeva a chi era fortunato e aveva un posto dove riporlo. Altri, come il sottoscritto, lo stendevano solo quando lo usavano. Il risultato era un campo pieno di dossi, in corrispondenza delle pieghe. Non ho potuto fare a meno di fargli una foto.

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