Da pop3 a imap: questione di filosofia

Di recente ho cambiato la mia email principale. Sono passato da quella di Tiscali, una classica pop3, a gmail che sfrutta invece il protocollo imap. Per me ai tratta di una svolta filosofica non da poco. Passare da una posta che scarico a una che si sincronizza su tutti i devices tramite server vuol dire fondamentalmente selezionare molto di più cosa tenere. Una volta non buttavo via niente. Solo in paio di settimane fa ho passato oltre un’ora a svuotare thunderbird da mesi e mesi non solo di spam ma anche di conversazioni che non aveva comunque senso tenere. Ora è un lavoro quasi quotidiano. Servirebbe una cosa del genere anche per eccitarmi di accumulare in casa tante cianfrusaglie inutili.

Pubblicato il 18 luglio 2012, in Giorno Marmotta con tag , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 2 commenti.

  1. Non immaginavo neanche esistessero ancora i pop3.
    Ho sempre utilizzato Libero e Gmail, una per me stessa e l’altra per lavoro (ho notato che avere @gmail.com è simbolo di professionalità…va a capire…)

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