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Ripulire i cassetti, nell’era del digitale.
Io sono un tipo disordinato. Però l’ordine è una delle cose che mi da maggiore tranquillità. Quelle rare volte che riesco a fare ordine, sono un bimbo felice. Non devo essere l’unico a pensarla così e soprattutto a pensarla così in ambito digitale, visto che un articolo del corriere.it paragona il riuscire a non avere mail non lette al dilettarsi con un giardinetto zen.
Email, l’esercizio zen di avere la casella pulita – Corriere.it.
Da pop3 a imap: questione di filosofia
Di recente ho cambiato la mia email principale. Sono passato da quella di Tiscali, una classica pop3, a gmail che sfrutta invece il protocollo imap. Per me ai tratta di una svolta filosofica non da poco. Passare da una posta che scarico a una che si sincronizza su tutti i devices tramite server vuol dire fondamentalmente selezionare molto di più cosa tenere. Una volta non buttavo via niente. Solo in paio di settimane fa ho passato oltre un’ora a svuotare thunderbird da mesi e mesi non solo di spam ma anche di conversazioni che non aveva comunque senso tenere. Ora è un lavoro quasi quotidiano. Servirebbe una cosa del genere anche per eccitarmi di accumulare in casa tante cianfrusaglie inutili.
Combattere i mulini a vento: le mailinglist
Ci sono le (numerose) email di spam e per quelle, filtri della posta indesiderata a parte, c’è poco da fare. Poi però ci sono tutte quelle email che riceviamo perché nel corso del tempo ci siamo registrati a qualche sito e siamo entrati nel loro diabolico meccanismo commerciale. Oggi ho deciso di combattere una battaglia persa e mi sono messo a cliccare sull’apposito bottone, che dovrebbe sempre esser presente per legge, per disiscrivermi. Mi sento tanto come uno che combatte contro i mulini a vento.