Incidenti diplomatici

Partiamo bene. Dopo ore e ore di viaggio mi presento alla dogana dell’aeroporto di Auckland. Al controllo documenti già mi fanno un terzo grado per capire se sono effettivamente in vacanza o se voglio trasferirmi qua di nascosto. Ok, ci sta. Poi si passa alla parte dei controlli bagagli. Come negli Usa, anche qua ti fanno compila un foglio con delle domande. L’argomento principale non è tanto il proprio passato, come nel caso dell’immigrazione negli States, quanto quello che di portata con se, soprattutto alimentari. Non avendo niente io barro tutte le caselle “no”. Arrivato al dunque vengo però pesantemente cazziato. Portavo degli scarponcini da trekking e avrei dovuto dichiararli ma soprattutto la suola non era perfettamente pulita (un paio di sassolini nella suola e del residuo da neve asciugata). Ammiro e capisco anche la loro attenzione per la tutela della biodiversità e infatti, trincerandomi un po’ dietro la mia poca conoscenza dell’inglese (diciamo che enfatizzo un po’ questo punto anche oltre il reale…), indosso la mia faccia contrita migliore, sfrutto la mia faccia da bravo ragazzo e me la cavo con un “mi raccomando la prossima volta” da parte del fermo ma comunque sempre cordiale doganiere.

Pubblicato il 28 luglio 2014, in Viaggi con tag , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.

  1. Tanta paura. Ecco, non andrò mai da sa quelle parti. Voto 2 a costoro.

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