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E poi qui da noi si parla di privacy…

Lo ignoravo totalmente ma, a quanto pare, a Pechino c’è una rete di telecamere e di riconoscimento facciale, in grado di scovare chiunque in pochi minuti.

Realtà o finzione? Un giornalista della BBC si è prestato ad un esperimento, di cui viene dato resoconto in quest’articolo de Il Corriere.

Di certo la cosa è molto inquietante.

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Controlli norvegesi

La prima spigolatura interessante del nostro viaggio norvegese, l’abbiamo all’aeroporto di Oslo. Se sei un passeggero senza altra destinazione, puoi dirigerti tranquillamente al ritiro bagagli. Se hai un volo in coincidenza e non hai bagaglio imbarcato idem. La cosa interessante capita se, come noi, hai un bagaglio che (speri) viaggi fino alla tua destinazione finale. C’è un filtro dove si aspetta davanti ad un monitor, quando il tuo bagaglio è scaricato, controllato e convogliato verso il nuovo volo, escono le tue iniziali sul monitor e puoi proseguire verso i gate domestici. Singolare, con una sua utlità ai fini della sicurezza aeroportuale ma, secondo me, inapplicabile in un aeroporto con un flusso maggiore di passeggeri. Ce li vedete centinaia di italiani in attesa di vedere le proprie iniziali su un monitor? Le resse (e le risse) ai nastri bagagli sarebbero ricordate come simpatiche scampagnate.

Incidenti diplomatici

Partiamo bene. Dopo ore e ore di viaggio mi presento alla dogana dell’aeroporto di Auckland. Al controllo documenti già mi fanno un terzo grado per capire se sono effettivamente in vacanza o se voglio trasferirmi qua di nascosto. Ok, ci sta. Poi si passa alla parte dei controlli bagagli. Come negli Usa, anche qua ti fanno compila un foglio con delle domande. L’argomento principale non è tanto il proprio passato, come nel caso dell’immigrazione negli States, quanto quello che di portata con se, soprattutto alimentari. Non avendo niente io barro tutte le caselle “no”. Arrivato al dunque vengo però pesantemente cazziato. Portavo degli scarponcini da trekking e avrei dovuto dichiararli ma soprattutto la suola non era perfettamente pulita (un paio di sassolini nella suola e del residuo da neve asciugata). Ammiro e capisco anche la loro attenzione per la tutela della biodiversità e infatti, trincerandomi un po’ dietro la mia poca conoscenza dell’inglese (diciamo che enfatizzo un po’ questo punto anche oltre il reale…), indosso la mia faccia contrita migliore, sfrutto la mia faccia da bravo ragazzo e me la cavo con un “mi raccomando la prossima volta” da parte del fermo ma comunque sempre cordiale doganiere.

Proibizioni olimpiche

Oggi ho ricevuto alcune email che mi indicavano suggerimenti e divieti per la mia ormai imminente partecipazione come tifoso ai giochi olimpici. Niente di clamoroso, mi aspettavo qualcosa di molto rigoroso dal punto di vista della sicurezza. L’unica sorpresa è legata ai liquidi: non si possono portare all’interno, quindi si dovranno acquistare, e se ti porti una bottiglia vuota dev’essere massimo di 100ml (come in volo).

La solita ironia la desta LA LISTA DEGLI OGGETTI VIETATI: non potrò portare all’interno degli impianti né una baionetta né dello spray al pepe. Mannaggia. Me ne farò una ragione

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