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Diamo a Mrs Puck quel che è di Mrs Puck

Ieri eravamo alla pizzata di fine corso pre matrimoniale. Si parlava di viaggi con le altre coppie e devo riconoscere una cosa: ancora oggi Mrs Puck e io abbiamo un simpatico siparietto sul fatto che io l’estate scorsa l’ho portata tre settimane al mare… ma glaciale artico. Con lei che contesta quindi la definizione di “mare”. Però è anche vero che è lei la prima a dire che dobbiamo tornare alle Svalbard in periodo invernale…

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Tutti pazzi per i tappeti elastici

Una cosa che mi ha colpito delle case norvegesi, è che, anche nei posti più estremi, come alle Svalbard, moltissime hanno dei tappeti elastici in giardino. Capisco che debbano far sfogare i bimbi, dopo i sei mesi di buio (e il relativo freddo), però vi assicuro che la presenza capillare di questi attrezzi è davvero impressionante.

BergeN de hura o de hota?

Da quando abbiamo fissato le vacanze norvegesi, vengo sfanculato per questo simpaticissimo gioco di parole tra il motto in dialetto su Bergamo e la città norvegese. 

Certo che però arrivi qua e ti trovi la funicolare che dal centro città che ti parte e sale… e allora chi aveva ragione??? 🙂

Si avverte la stanchezza

La vacanza è agli sgoccioli. Quasi tre settimane a girare la Norvegia con tutti i mezzi possibili e immaginabili. Aerei, treni, canotti, traghetti, battelli di vario tipo. Una vacanza bellissima ma che, fisicamente, inizia a lasciare il segno. Mi tornano allora alla mente le vacanze negli States a cavallo tra la fine degli anni 90 e il primo decennio del 2000. Anche allora sempre on the road. Facendo un parallelo, a questo punto del viaggio, in genere tre o quattro giorni prima del rientro, si arrivava a Las Vegas per il cazzeggio finale. Alcuni giorni che, in linea di principio, dovevano essere di riposo. Si risolvevano poi in abbuffate abominevoli nei buffet, drink gratis nei peggiori casinò della strip (magari seduti alla Keno Louge fingendo di giocare), shopping compulsivo negli outlet e, generalmente, troppe poche ore di sonno. L’ideale per riprendersi.

Promemoria personale: portare Mrs Puck a Las Vegas

Cosa fare a Trondheim la domenica (piovosa?)

Trondheim ci ha accolto, all’arrivo del nostro treno notturno, nel modo peggiore: con uno tempo di melma. Dovevano però riempire la giornata. Abbiamo visitato la cattedrale, siamo andati al museo d’arte moderna, girato il quartiere storico e passeggiato sul ponte vecchio. Tutto sotto la pioggia. Abbiamo quindi scoperto e preso una bella linea tranviaria che arrivava fin sopra la città, in un punto da cui partirebbero (se il tempo lo consentisse) diverse passeggiate. Ok, a quel punto erano le 15… proprio girando in tram ho però visto in lontananza il grande stadio. Piccola ricerca e illuminazione: andiamo a vedere una partita di campionato del Rosemborg! Squadra costantemente nelle coppe europee e che giusto qualche giorno prima aveva battuto, a domicilio, l’Ajax. Bello stadio, bel tifo, peccato abbia perso 0-1 con un autogol con doppia deviazione….

Tra l’altro i biglietti per la partita sono stati tra le cose meno costose della vacanza.

Perdonami padre, perché ho peccato

Già l’ho scritto ma, dopo questo post, risulterò ancora meno credibile: non sono uno che all’estero va a cercare il cibo italiano. Però, in questa vacanza norvegese, era già capitato che andassimo a mangiare una pizza norvegese. Certo, mi resterebbe lo sfizio di provare la onnipresente catena “Peppe’s Pizza” ma credo potrò sopravvivere. Non divaghiamo e torniamo nel seminato.

E’ successo che, una sera a Svolvaer, quando avevamo un intero appartamento per noi, non avessimo particolarmente fame verso l’ora di cena. Colpa soprattutto mia. Quando poi verso le 22 ci è venuta fame (sempre a me, a Mrs Puck era venuta anche prima ma non ero riuscito a convincerla ad andare assieme in un locale anche se non avrei preso nulla), ci siamo accorti che in casa avevamo un pacchetto di spaghetti Barilla, lasciati da precedenti occupanti (ancora buoni). In mancanza però di condimento siamo andati al supermercato. Trash per trash, abbiamo optato per una fantastica “Pastasaus” al pomodoro, di marca locale. Alla fine è stata una cena piacevole e un po’ sopra le righe.

Accucciati in cuccetta 

La notte in cuccetta, tra Bodo e Trondheim, era una delle tappe che attendevo con maggior curiosità. Non avevo mai fatto una notte in cuccetta e, piuttosto che farlo in Italia, mi sembrava molto più salubre farlo qua. Tra l’altro era una scelta vantaggiosa, nel nostro itinerario, sia dal punto vista economico che del tempo di percorrenza. Come potete vedere dalla foto, avevamo qualche problema a muoverci, tra noi e le valigie. A poi aggiungiamo il fatto che mi si è rotto il lucchetto del mio bagaglio e mi sono dovuto inventare un po’ scassinatore e un po’ McGiver. Si poteva però sfruttare, come tavolino, il corridoio (cosa che da noi non si sarebbe mai potuta fare, poichè sarebbe stato pieno di gente senza posto assegnato).

Tutto pulito, tutto preciso. Abbiamo pure trovato due cioccolatini sul cuscino appena arrivati!

Un’esperienza sicuramente positiva.

Il dolce nazionale norvegese

Non l’avrei mai detto ma i norvegesi vanno pazzi per i waffle, o gaufre se volete dirla alla belga. Ovunque vai, ci sono. Anche il più scadente dei baracchini le ha. Magari fredde, magari schifose, ma le ha. Gli alberghi spesso ti danno la possibilità di fartele da soli, con il buffet delle colazioni. Il nostro hotel di Tromsø, addirittura, dalle 18 alle 20 aveva il free waffle e questo ci confuse non poco sull’ora in cui cenare (senza però impedirmi di farle ogni giorno). Nei supermercati non manca mai il preparato della Toro, marca che va molto da queste posto. Inutile dire che ho già nella wish list di Amazon la macchina da prendere al mio ritorno, quando arriverò col mio preparato Toro!

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