Archivi Blog
Flower burger
Non di sola carne vive l’uomo, ma conta molto anche la patata. In questo modo mi hanno convinto a provare l’hamburgeria vegana Flower Burger, che vede tra i fondatori Viola, una delle mie preferite tra le ex partecipanti di Masterchef. Premetto che lei non c’era,quindi la serata è partita male. Il locale, piccolo e in zona Porta Venezia, è strutturato come un fast food con una ventina di posti a sedere. Siamo arrivati verso le 21 e il posto era gremito, con diverse persone in piedi ad attendere. “cavolo, che successo!” ho subito pensato.
In effetti il locale è frequentato ma bisogna dire che il servizio non è prorio fast e questo spiega anche perchè risulti comunque parecchio affollato. Ci sono sei panini tra cui scegliere, con tre tipi di non-ham burger burger diversi: ceci, seitan e tofu. Ho optato per quello di ceci con salsa piccante e tartare di cipolle di tropea. Patatine di ordinanza (fatte a spicchi e speziate) e birra Menabrea. Siamo riusciti a guadagnare un tavolo appena prima che i nostri panini fossero pronti. Il giudizio gastronomico è positivo, anche se trovo strano doverli per forza chiamare “burger” anche se capisco i motivi di marketing.
Il mercato non perdona – 3
Continuo la mia osservazione degli esercizi economici, che cambiano in modo spesso repentino. Oggi non vi parlo prettamente di un fallimento o di una chiusura ma di un cambio a 360 gradi (di gestione e di tipologia). In piazzale Wagner c’era da molti anni un ristorante vegetariano macrobiotico. Lo conoscevo bene per averlo frequentato quando avevo la fidanzata vegetariana, ci scrissi anche un paio di post perché ero iscritto alla loro mailing list e mi segnalavano i loro incontri newage per desperate housewife. Ci passo davanti l’altro giorno e… È diventato un locale di gourmet burger. Premesso che anche questo genere è ormai inflazionato, è un segnale che il veg-newage inizia ad aver fatto il proprio tempo?

