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Della fruizione museale 2
Ieri sono stato al museo di Rodin. Opere a parte, sono stato colpito da due cose. La prima è stato imbattermi in una visita guidata dedicata ad un gruppo di non vedenti. In effetti la scultura è un tipo di arte di cui può fruire anche chi ha questo tipo di disabilità. La guida infatti gli descriveva le opere e i bozzetti consentendo di toccarne alcune, in genere le opere in bronzo che, rispetto a quelle in marmo bianco o in gesso, risentono meno del contatto. Ho trovato la cosa molto bella.
La seconda cosa che mi ha colpito? Che domande: ve ne parlo in un prossimo post.
Tre storie di campioni disabili
Oggi l’Italia alla paralimpiadi ha fatto il botto con delle medaglie pesanti, dietro alle quali stanno tre storie diverse.
Tutti stanno acclamando (giustamente) Alex Zanardi che, dopo aver perso le gambe per un incidente di gara che tutti ricorderanno, ora ha vinto la medaglia d’oro sulla hand bike.
La seconda storia è quella di Annalisa Minetti, già premiata con qualche premio minore a Miss Italia (credo), già partecipante a Sanremo e ora medaglia di bronzo nei 1500, superata da due ipovedenti, lei che è clinicamente cieca. Bella e brava. Tecnicamente è stata anche mia compaesanea.
Leggendo però di questi due mi sono imbattuto in una storia che non conoscevo, perché se è vero che l’atletica cerco di seguirla abbastanza, certe notizie non sempre è facile reperirle. Ma rimaniamo a oggi. Assunta Legnante vince l’oro alle paralimpiadi nel getto del peso. Come? Mi dico, non era una campionessa di lancio del peso normodotata??? Leggo e scopro che ha perso la vista per colpa di un glaucoma. Dall’oro europeo del 2007, all’oro paralimpico del 2012. Complimenti però io mi metto nei panni delle sue povere avversarie. Prima di lei il limite nella sua categoria di disabilità era al di sotto dei 12 metri. Oggi ha fatto 16.74. Come per Zanardi vale il discorso che l’agonismo e il piacere di fare sport va oltre la disabilità. L’argento della seconda però moralmente vale un mezzo oro.

