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C’era una volta il chiostro di Santa Maria delle Grazie
Ieri mi lamentavo che il giardino di via Terraggio non fosse più quello di una volta, soprattutto per andarci in pausa pranzo. Chiudevo dicendo che avrei ripiegato su di un altro classico: il chiostro di Santa Maria delle Grazie. Oggi puntualmente ci sono andato e… ho scoperto hanno transennato i muretti con del filo metallico per segnalare in modo abbastanza plateale che è vietato sedersi. Delusione. Devo trovare nuovi scampoli di centro a Milano dove rintanarmi dalle 13 alle 14.
Junk Food Again
C
on la scusa che in questo periodo nella zona del mio ufficio ci sono pochi posti aperti dove fare pausa pranzo, la settimana scorsa provai i noodle precotti Saikebon. Avendoci preso gusto nel farmi del male, oggi ho provato un altro pasto da scaldare nel microonde. La scelta è ricaduta sul risotto ai funghi di Vivalamamma. Vedevo sempre queste confezioni in vendita nei bar all’interno del forum d’Assago e anche se non mi sono mai sognato di provarle in quell’ambito, mi incuriosivano. Solita modalità operativa: minima apertura del coperchio, mettere nel microonde e poi mescolare.
L’impressione è stata decisamente positiva, date comunque le premesse e le bassissime aspettative che avevo. Ovvio che il risotto che mi faccio io sia un’altra cosa ma ci sarebbe dovuti stupire del contrario. Già il fatto che sia un prodotto da frigo (non da freezer e non a temperatura ambiente) doveva far presagire non fosse poi così pessimo. Devo dire che lo terrò ancora in considerazione, soprattutto nella stagione fredda, quando vorrò far pausa pranzo in ufficio senza uscire.
Una piccola menzione negativa sul fatto che la porzione non sia particolarmente abbondante. Il peso netto dichiarato della confezione è 300g.
Nota positiva il fatto che la confezione sia facilmente disassemblabile per poterla buttare nella raccolta differenziata di cartone e plastica.
Almost forty
Il gggiovane professionista puck pranza da Ostellobello, poi con i Greenday in cuffia va a prendere il sole al parco delle basiliche. Immaturo, giovanile o con avvisaglie di crisi di mezz’età?
La pausa pranzo estiva
Mentre in inverno resto solitamente ancorato alla mia scrivania in pausa pranzo, staccando dal lavoro ma cazzeggiando in rete, l’estate è la stagione del parchetto. Ce ne sono tanto dalle mie parti, dal Parco Sempione (verdemarrone) in giù. In giornate di sole come oggi, girare in zona Brera o Garibaldi è un vero toccasana per l’umore. Sia per motivi metereopatici sia… Per people watching!
Non potrei mai lavorare in banca…
… Se non altro per questioni alimentari.
Tirare fino alle 14 per pranzare non è concepibile per il mio fisico. Già alle 11.30 io muoio di fame.
Neanche dire “faccio colazione tardi” perché alle 8,30 attaccano come me. I loro piani ferie basterebbero a compensare una quotidiana sofferenza?

