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Orologio biologico

Il mio orologio biologico è fin troppo svizzero. Una volta la mia sveglia era alle 7, mi rigira le un po’ nel letto e alle 7.27 (non un numero messo a caso, la sveglia suona ogni 9 minuti) mi alzavo. Poi avrei voluto uscire un po’ prima di casa e ho arretrato la sveglia di un quarto d’ora, col solo risultato di allungare il tempo in cui poltrivo a letto. Il problema è comunque un altro: ormai da troppo tempo, sveglia o non sveglia, in settimana (quindi anche al sabato) mi sveglio alle 6. Le ho provate un po’ tutte ma invano. Sono tristemente rassegnato ad essere un vecchietto mattiniero.

Ps: ovviamente l’alzata effettiva è sempre verso le 7,20

Sentirsi un dinosauro della rete

In diversi ambiti (sociali, musicali, videoludici) inizio a dimostrare i miei anni, nonostante mi senta ancora arzillo e molti amici mi ritengano ancora “sul pezzo”. Ci sono però momenti in cui ci si rende conto che di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia.

Ieri leggevo un articolo su Internazionale, ormai la mia fonte quotidiana di stimoli intellettuali, un articolo sul web delle cose. Tralasciando per ora l’approfondimento di questo interessante argomento, il pezzo citava un vecchio servizio, ormai chiuso, come un esempio di una passata e lontana rivoluzione del web: geocities.

Di colpo mi sono reso conto che molti di voi non sapranno neppure di cosa tratti. Invece per me nei miei anni d’oro (i novanta) era stata la prima possibilità di avere una homepage gratis. Vi rimando alla pagina di wikipedia se volete capire meglio cosa sia stato geocities.

Se oggi invece vi collegate alla sua homepage, trovate questa malinconica pagina