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L’emofilico più veloce del mondo
Io sono emofilico. Di questo non ho fatto mai mistero, soprattutto perché non c’è nulla di cui vergognarsi. È una malattia genetica. Ce l’ho. Ci convivo. È una malattia rara ma talvolta capita che qualcuno di noi salga agli onori della cronaca. Già vi scrissi per parlavi del mio “collega” britannico Dowsett, che un paio d’anni fa vinse una tappa del Giro d’Italia. Oggi sono ricapitato per caso sulla sua pagina di Wikipedia e ho notato due cose. La prima è che il fatto che sia emofilico è menzionato giusto nelle sue note biografiche, giusto per dire che lui è un ciclista professionista e emofilico, non un emofilico e ciclista professionista. La seconda è che all’inizio di maggio ha stabilito il nuovo record dell’ora di ciclismo su pista, lo stesso record che noi ricordiamo per le imprese di Moser negli anni 80. Un bravo a lui e un monito: non sarò mai veloce come lui magari qualche acciacco in più ce l’ho, questo non vuol dire che non possa fare le cose di tutti i giorni… O magari tenere in braccio qualcosa o qualcuno.
Nb non ho nulla che bolle in pentola, solo un riferimento a una frase che mi dissero tempo fa…
La sanità lombarda
Probabilmente già feci i post identico in passato, anzi ne sono certo. Io sono molto soddisfatto della sanità lombarda. Sarò fortunato, sarò un privilegiato perché la mia malattia ha a Milano uno dei centri più avanzati forse non solo d’Italia. Però per esempio anche oggi facevo la coda per una visita con altre famiglie di emofilici che venivano da molto lontano perché qui ci sono le cure migliori. Non voglio parlar male degli altri però, nonostante una operazione non andata proprio secondo i piani ce l’abbia pure io, la mala sanità non l’ho mai vista da vicino.
Credere ancora nel ciclismo – Seconda parte
Mesi fa scrissi un post molto polemico sul ciclismo. Il succo, se non volete andarvelo a rileggere, è che c’è così tanto doping che al ciclismo agonistico non riesco più ad appassionarmi.
Però nello stesso periodo usciva un’altra storia, che invece mi spingeva ad avere almeno un barlume di ottimismo.
Una tappa del Giro veniva vinta dal britannico Dowsett. Perchè questo mi da speranza? Perchè è un emofilico, proprio come me. Chi come noi deve superare tante difficoltà per tenere in ordine il proprio fisico, ancor prima che per riuscire a fare sport, non credo metterebbe mai a repentaglio la sua salute facendo ricorso al doping.
Poi magari un giorno uscirà che è dopato pure lui. Spero non succeda e, appunto, non credo succederà. In quel caso sarò ancora più deluso ma inutile fasciarsi la testa prima che sia rotta. Oggi voglio solo pensare che non solo ci siano ciclisti professionisti puliti, ma soprattutto che ormai un emofilico possa fare quasi tutto. Anche nel campo dello sport.

