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Red (Like a) Lobster

Scrivo questo post nel parcheggio di una stazione di servizio. Siamo nel bel mezzo del trasferimento verso Boston. Ci stiamo per lasciare il Maine alle spalle, cosa mi resta? Lobster come se piovesse (non ultimo il “lazy lobster” di ieri: per i pigri già sgusciato). Mi spunteranno sicuramente le chele se continuo così, intanto un colorito rosso lobster, complice il bel tempo e i due giorni di spiaggi, l’ho già preso (senza scottarmi, eh) 

 

Post vacanziero didascalico

In effetti se uno segue solo il mio blog ma non mi ha come amico su Facebook o Twitter, ha un’idea molto parziale del giro che stia facendo. Rimedio subito. Il 12 sono partito da Milano, scalo a New York e arrivo a Portland. Non quella famosa dell’Oregon ma quella sfigata del Maine. Sfigata per modo di dire, perché il primo giorno ha riservato belle sorprese. La cittadina era carina e subito abbiamo fatto un giro in battello della baia. In serata poi, a sorpresa, abbiamo origliato da fuori un concerto dei Beach Boys. Ci siamo poi mossi sulla costa, tra un faro e un lobster. Ora stiamo finendo due giorni pieni all’Acadia N.P., stando di base a Bar Harbor. È il cuore naturalistico dell’itinerario.  Il clima, come già scritto, è molto meglio del previsto e io mi sto prendendo molto sole, come scriverò.

 

Reasonable rates

Con domani notte dovremmo aver finito il lato cheap dei nostri pernottamenti. In queste notti stiamo dormendo al Barton’s Motel di Bar Harbor, Maine. In realtà, tra le soluzioni più a buon mercato ho scelto proprio questa perché trasudava “conduzione famigliare” e in effetti così è. Ieri eravamo in ritardo e abbiamo telefonato per avvisare. Ci è stato detto che ci avrebbe lasciato la stanza aperta con la luce accesa e la chiave dentro. Poi siamo comunque arrivati (tardi) ma prima che chiudesse le reception e quindi abbiamo potuto salutare il simpatico vecchietto. Detto ciò il posto è pulito ma fermo agli anni 50. La stanza, come potete vedere nella foto, è la sagra del perlinato. Se non fosse per la TV lcd (di marca sconosciuta) sembrerebbe davvero un tuffo indietro nel tempo.  

 

Winter is coming (ma anche no)

Nella pianificazione della vacanza, i giorni del Maine erano stati indicati (da me)come quelli potenzialmente più freddi. Un po’ per la nomea della zona, un po’ perché quando nel ’98 ci venni la prima volta, trovai un tempo un po’ infame. I primi due giorni sono stati invece ottimi. Oggi ci siamo pure fatti un paio d’ore di spiaggia, in cui ho testato la mia action camera cinese (spero di postare a breve il filmato) e… Mi sono scottato. Anche i locals ci confermano che è un tempo fuori dal comune. Mi sento quasi un fortunello metereologico come la mia amica Isa.

  

Dentro un quadro di Hopper

Giornata a zonzo per Portland, che si è rivelata piccola ma più carina di quanto pensassi. Nel pomeriggio abbiamo preso il traghetto postale e abbiamo fatto il giro della baia. Tutti gli isolotti erano un brulicare so fantastiche ville che, al bel sole di oggi, sembravano uscite da un quadro di Hopper. Non a caso artista della zona. Tre ore tra sole, brezza marina e bei panorami. Dev’essere una vitaccia vivere qui.  

 

Crescendo rossiniano alberghiero

La prima lunghissima giornata di viaggio è finita. Iniziata uscendo di casa alle 9 italiane e finita infilandosi in un letto del Maine alle 1.30 di notte. Al netto del fuso, quasi 22 ore filate (o quasi) sveglio. Il primo motel statunitense è un motel 6. Si legga sul vocabolario alla voce cheap. Del resto nelle prime notti abbiamo optato per soluzioni di più basso profilo per andare a salire finendo con soluzioni decisamente carine (si spera) tra New York e Las Vegas. Intanto lo smaltimento del fuso sembra andare bene. Vediamo cosa ci offre oggi di interessante Portland.

Memoria Canaglia

Stiamo pianificando le vacanze estive che mi riporteranno negli States dopo anni. In particolare, il tour ripercorrerà alcune tappe che già feci nel 1998 o 1999. Insomma… oltre quindici anni fa (sigh, gli anni passano).
Oggi allora ho scritto al mio compagno storico di scorribande Usa e perchè avevo un dubbio: un particolare National Park l’ho già visto o meno? Ero praticamente certo di no… e invece… Ora andrò a scartabellare le foto di quell’anno per vedere se risvegliano in me qualche flash.

Il bello di avere una pessima memoria è che puoi tornare in posti che sei già stato come fosse la prima volta…