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Abercrombie & Fitch … e io
A&F è stata per parecchio tempo l’ultima marca “feticcio” per chi andava a New York o più in generale negli Stati Uniti. In un mercato globalizzato, era l’unico brand con cui si poteva tornare dalle vacanze e bullarsi perchè qui non si trovava. In tutto questo poi si innestava il posizionamento di mercato e tutto il marketing di quella marca, basato su giovani bellocci sia tra il personale che tra i clienti.
In tutto questo il mio primo contatto con A&F risale, credo al 2007-2008 quando per la prima volta vidi uno dei loro negozi a Las Vegas. Entrai e tutto sommato lo trovai molto meno “diverso” dagli altri da quanto mi aspettavo, sentiti i racconti. Non ci trovai niente di mio gusto.
Credo un anno dopo ci tornai e mi imposi di trovare qualcosa, anche una cavolata, da comprare. In fondo il cambio era ottimo e comunque i prezzi di base non erano neppure eccessivi. Presi un paio di magliette e la colonia.
Arriviamo ai giorni nostri e al negozio milanese di A&F, situato nel cuore del quadrilatero della moda e luogo aimè di culto da parte di frotte di adolescenti. Qui i concetti di base del loro brand sono portati all’estremo. Ieri ci sono stato per la prima volta, per comprare la suddetta colonia, che mi piace e che nel frattempo avevo finito.
Sulla porta 4 modelli/commessi, di cui uno palestratissimo e a petto nudo, e una modella/commessa. Già mi stava passando la voglia di entrare. Comunque vado. Luci bassissime, musica altissima. Commesse che mettono a dura prova le mie coronarie. Personale giovanissimo che quando provo a fargli una domanda non mi pareva brillasse per acume ma… tant’è.
Compro. Mi mettono la colonia nel famoso sacchetto A&F (che meriterà un post ad hoc) e me ne esco. Un po’ perplesso per tutto questo bailame montato su per un negozio tutto sommato di media qualità (ma di alto prezzo)
Quando la Apple ha girato la mela?
L’altro giorno guardavo un film un po’ datato, credo a cavallo del 2000 indicativamente, e ho avuto la certezza di una casa (inutile) che sospettavo da tempo: la Apple ha girato la mela sui suoi portatili. Vi spiego. Se tenete davanti a voi un MacBook chiuso, vedrete il logo a testa in giù. Questo però consente che il marchio sia visibile correttamente dagli altri quando lo avete aperto. Una volta non era così: lo vedevate dritto tenendo il portatile chiuso e lo vedevano rovescio quando ci lavoravate. Per altri marchi continua a essere così, come per esempio sul mio netbook Asus. La cosa, se ci pensate, rappresenta una cambio di filosofia non da poco: da un prodotto che si rivolge verso chi lo usa si è passati all’apparire verso i terzi. Cosa in cui Apple è diventata maestra da anni. Qualche altro osservatore di cose inutili sa dirmi quando questa svolta sia stata operata?
