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Per gli Spin Doctors lo si fa.

I Barenaked Ladies, un gruppo che seguivo negli anni 90 e che di recente sono tornati in auge nelle mie playlist grazie a due canzoni (You can be my Yoko Ono e il tema di The Big Bang Theory), hanno suonato a dicembre a Londra. A lungo ho pensato di andarci, aimè da solo. Ho tergiversato così tanto che i biglietti sono finiti. Ora ho scoperto che gli Spin Doctors, il cui album Pocket Full of Krypronite (sempre di quel decennio) ho letteralmente consumato, suonano a Parigi a febbraio. Senza pensarci due volte ho preso biglietto del concerto e del volo.
Basta con il lasciarsi scappare le occasioni!
Ora potrei mettervi il loro singolo più famoso, Two Princes, ma preferisco invece mettervi un’altra canzone molto più adatta ad un post notturno “how could you want him when, you know, you could have me”. Un titolo che è tutto un programma…

 

Li ho aspettati per vent’anni

Non scherzo. Li ho davvero aspettati per vent’anni. Il primo album degli Spin Doctors “Pocket Full of kryptonite” l’ho letteralmente consumato. E’ l’unico cd che è sempre stabilmente rimasto residente in tutte le auto che ho avuto. Dalla R5 al Pt, passando per la Mazda 121.
Uno dei miei più grandi rimpianti musicali è sempre stato quello di non averli mai potuti vedere dal vivo. Anche perchè in Italia non hanno mai tirato più di tanto e credo di essere uno dei pochi ad avere tutti i loro cd, compreso l’ultimo che ho dovuto per cause di forza maggiore dovuto importare dagli states: qui da noi non è mai stato distribuito.

Bando alla ciance, quando ho scoperto che suonavano in un localino nella brianza, come unica data italiana, non ci ho pensato due volte e ho preso i biglietti. Con mesi di anticipo. Trovando anche clamorosamente compagnia nella cugggina.

Ieri sera il grande evento, in un locale che certo non è il massimo della vita (il Bloom di Mezzago) ma ha dei discreti quarti nobiltà rock. Ero agitato come poche volte mi era capitato per un concerto. Forse solo per il live degli Eelst agli Arcimboldi, anche lì per un ventennale.

Gli anni passano per tutti ma gli Spin erano in gran forma. Il tour era commemorativo dei vent’anni del già citato primo album e quindi la scaletta era abbastanza scontata: tutte le tracce dalla prima all’ultima. Infarcite di assoli e improvvisazioni (forse un filo troppe per i miei gusti ma si sa come sono fatto) e con qualche altro brano nei bis.

Il cantante invece di una lunghe chioma e barba rossa, ora ha un più asciutto look canuto ma ha ancora una grande carica. I musicisti di ottimo livello e non facevano per nulla rimpiangere le versioni da studio. Anzi, erano quasi identiche, sinonimo del fatto che non quando uno sa suonare non si deve correggere molto in post produzione.

Chiosa finale, sono ovviamente passato alla cassa. Ho addirittura comprato la maglietta del tour, cosa che non faccio mai, di cui tra l’altro il concerto di ieri era l’ultima tappa.

Per concludere, un video tratto da una delle tappe tedesche, nessuno ha ancora postato i video di ieri.