Il bue che da del cornuto all’asino
Umberto Eco è morto ma, avendo fatto anni fa il fioretto di non “commemorare” più nessuno (Feiez a parte) da queste pagine, non sono qui a parlarvi di questo. Vorrei porre l’accento su un triste fenomeno di sciacallaggio mediatico di una sua citazione. A quanto pare sui social (sì, proprio sui social… e qui sta l’ironia) imperversa una frase di Eco in cui tristemente rilevava come la rete dia diritto di cittadinanza ad opinioni che non lo meriterebbero. Come sempre, in questi casi, i primi a tirar fuori la citazione sono stati coloro che la conoscevano. Sono arrivati poi quelli che, leggendola, l’hanno trovata interessante e poi, da lì, è partito il putiferio. L’ironia sta nel fatto che chiunque la rilanci, si sente in diritto di guardare dall’alto in basso gli altri, quando magari è egli stesso “lo scemo del villaggio” di cui si parla.
Disclaimer: ovviamente non ce l’ho con nessuno in particolare, in particolar modo con quelle poche persone della prima e seconda fascia che hanno rilanciato inizialmente la cosa.
Pubblicato il 22 febbraio 2016, in Cattivo cinico egoista, Giorno Marmotta con tag aforisma, citazione, internet, rete, scemo del villaggio, umberto eco. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.
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