La volpe, l’uva e il canotto
Dopo una giornata, quella dell'8, dedicata al giro di Tromso, compreso il suo lato B, di cui parlerò in un altro post, il 9 abbiamo riempito la mattinata con un giro in canotto del fiordo e delle isole intorno alla città. Purtroppo il tempo non ci ha assistito: nebbia e pioggerellina non son il massimo per una gita del genere. L'aspetto positivo è che tutto il battello era solo per noi. In teoria potevano anche rimbalzarci, visto che la gita era per un numero variabile tra i 4 e i 16, però non si sono scomposti e ci hanno fatto uscire lo stesso. Sul gommone sei a cavalcioni di una serie di sedute, con un supporto davanti per reggerti. Tutto in totale sicurezza. Tanto più che il mare era veramente una tavola. Questo non ha impedito al nostro pilota (nella foto durante una pausa) di fare un po' di evoluzioni in acqua per movimentare la gita. Bardati come per una gita polare (eravamo pur sempre all'aperto e si viaggiava a 80 km/h) ci siamo goduti la nostra privatissima gita. Non si sono visti animali, se non uno stormo di gabbiani, intento a cibarsi in acqua e che abbiamo bellamente disturbato.
Spigolatura: arrivando dall'aeroporto al centro città, abbiamo fatto una lunga galleria, che al suo interno aveva anche incroci e rondò. Poco prima del centro, c'è un grosso parcheggio. Il pilota ci raccontava che in realtà quello spazio era nato come rifugio per tutta la popolazione, durante la guerra fredda. Nel 1991, venendo meno il motivo per il quale era nato, è stato riconvertito a grosso parcheggio coperto.
Pubblicato il 11 agosto 2017, in Viaggi con tag canotto, norvegia, tromso, viaggi. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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