Cari i miei Expat: Dublino
Iniziano questa rubrica, di cui vi scrivevo ieri, con questo contributo da Dublino:
Dublino, Repubblica d’Irlanda: il lockdown arriva a metá marzo, 2 giorni prima di San Patrizio – a sottolineare la serietá della minaccia. I servizi finanziari sono indispensabili, pare… divido quindi il Desk in due: 2 ragazzi lavoreranno da casa e 2 in ufficio. Set-up per il lavoro da remoto – comunque – per tutti noi 4, prudenzialmente…dovessero cambiare le cose.
Scelgo di lavorare dall’ufficio, c’è giá la moglie che sembra provata a lavorare dal salotto di casa dopo un paio di settimane. E poi tanto siamo in pochissimi, la stragrande maggioranza dei colleghi lavorerá da remoto. Distanziamento in ufficio, building semi-vuoto, non un’anima viva negli ascensori alle 7 di mattina, all’ingresso, e nemmanco la sera – fra le 17 e le 18. La cleaner é cinese …mhmmhm …who cares, it is what it is.
Sulla via per l’ufficio, una mattina si e una no, “saluto” cordialmente i Garda (la polizia locale): stazionano a centro strada col loro posto di blocco a controllare le auto. Breve check e…“Take care of yourself, keep safe”. Cortesia Irish.
Google ghetto svuotato, impressive. Quasi scioccante. Quel quartiere brulicava di giovani provenenti da mezzo mondo e impiegati del settore IT. Ora li puoi contare al tuo passaggio.
Per strada pero’ la gente cerca qualche forma di prudente normalitá. Il lockdown non ha mai impedito di uscire a camminare entro 2 Km da casa, poi allentato a 5 Km. Volenterosi papá spingono passeggini fra una nuvola passeggera che scarica un po’ di pioggerellina e un raggio di sole primaverile (10-13 C). Mascherine in giro se ne vedono poche, non sono obbligatorie d’altronde. Qualcuna di piu’ nei supermercati dove tutti i giorni – dall’apertura fino alle 12:00 e a giorni alterni – hanno accesso solo la categoria piu’ vulnerabile (gli over-65) o i soldati di questa strana guerra o emergenza sanitaria che dir si voglia (i dipendenti degli ospedali). All’ingresso il gel è disponibile e – in alcuni casi – guanti monouso.
Unintended consequences di questa emergenza: un fornitore di alcuni ristoranti italiani che distribuisce frutta & verdura italiane ha aperto ora alle consegne a domicilio: EUREKA ! Qualitá della vita: +3.
Intanto le coppie passeggiano come non mai, joggers corrono o e ciclisti piu’ o meno improvvisati pedalano lungo strade semi-deserte. Nei parchi la gente legge un libro o porta il cane a passeggio. I vicini di casa si scambiano saluti, bevono un bicchiere e chiacchierano a distanza di sicurezza quantificata in metri due. Accettazione e disciplinata attenzione verso il prossimo, tentativi di stabilire una qualche goffa normalitá. Dublino ha registrato all’incirca il 70% dei contagiati del Paese. E sebbene in Irlanda il numero dei contagiati abbia superato quello dell’Italia, quando corretto per la popolazione, il numero di decessi pare essere la metá. Meno densitá abitativa e over-65 che rappresentano solo il 13% della popolazione (22% in Italia 19% in UE) ha probabilmente aiutato, non certo la Sanitá locale, per quanto aver evitato di concentrare pazienti negli ospedali ha sicuramente aiutato.
Isteria collettiva ? Nessuna. Rassegnata accettazione e un po’ di benevolente tolleranza da parte della polizia, sempre molto presente a sorvegliare. Benvenuti nel New Normal.
Pubblicato il 4 Maggio 2020, in Giorno Marmotta con tag coronavirus, dublino, expat, irlanda, lockdown. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.
Bella fotografia rilasciata da un’altra parte del mondo