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Sono stufo delle sirene
Non ricordo se lo scrissi anche sul blog ma, da parecchi mesi, sostengo che per me la fase 2 sarebbe iniziata il giorno che non avessi sentito, per un giorno intero, la sirena di un’ambulanza.
Ad oggi non è ancora successo. Mi sveglio, ascolto e, in genere, già prima di alzarmi dal letto, ne sento uno. Comunque, non ho ancora passato una giornata, a Milano, senza sentirle.
Sono sinceramente stanco.
Pensavo di scrivere di più… e invece
Durante le settimane di forzata permanenza domestica, pensavo avrei scritto molto di più. O meglio, pensavo che sarei tornato a scrivere con assiduità sul blog. Invece è successo l’esatto contrario. Il motivo? La risposta che mi sono dato è che la latente (o esplicita) tensione di quei giorni mi togliesse la voglia di fare qualsiasi cosa che non fosse strettamente necessaria. Lo stress lavorativo (ho continuato a lavorare ma in situazione tutt’altro che ottimali) e la paura per me e per i miei cari, alla fine ha avuto la meglio. Anche se non ho mai voluto ammetterlo. Me ne sono accorto anche solo quando finalmente sono potuto tornare a lavorare in studio: mi sembrava di essere produttivo a casa e invece lo ero molto meno di quello che normalmente sono.
E ora? Mi piacerebbe rilanciare il mio blog ma non so quanto ho da dire e soprattutto sono veramente in riserva di energia. Speriamo arrivino presto le ferie.
Della pubblicità emozionale
Ricordo perfettamente la prima pubblicità “Noi italiani siamo forti” di questo periodo. Era della Barilla. Quasi mi aveva commosso.
Ora però chiunque fa pubblicità dicendo che noi italiani sia forti, abbiamo risorse infinite, nelle difficoltà diamo il meglio. Mah. A parte il fatto che non ne sono così convinto, sinceramente hanno un po’ stancato. Almeno la pubblicità non mi ricordi, ogni secondo, il periodo difficile che stiamo vivendo e che dobbiamo essere forti…
Cari i miei Expat: Dublino
Iniziano questa rubrica, di cui vi scrivevo ieri, con questo contributo da Dublino:
Dublino, Repubblica d’Irlanda: il lockdown arriva a metá marzo, 2 giorni prima di San Patrizio – a sottolineare la serietá della minaccia. I servizi finanziari sono indispensabili, pare… divido quindi il Desk in due: 2 ragazzi lavoreranno da casa e 2 in ufficio. Set-up per il lavoro da remoto – comunque – per tutti noi 4, prudenzialmente…dovessero cambiare le cose.
Scelgo di lavorare dall’ufficio, c’è giá la moglie che sembra provata a lavorare dal salotto di casa dopo un paio di settimane. E poi tanto siamo in pochissimi, la stragrande maggioranza dei colleghi lavorerá da remoto. Distanziamento in ufficio, building semi-vuoto, non un’anima viva negli ascensori alle 7 di mattina, all’ingresso, e nemmanco la sera – fra le 17 e le 18. La cleaner é cinese …mhmmhm …who cares, it is what it is.
Sulla via per l’ufficio, una mattina si e una no, “saluto” cordialmente i Garda (la polizia locale): stazionano a centro strada col loro posto di blocco a controllare le auto. Breve check e…“Take care of yourself, keep safe”. Cortesia Irish.
Google ghetto svuotato, impressive. Quasi scioccante. Quel quartiere brulicava di giovani provenenti da mezzo mondo e impiegati del settore IT. Ora li puoi contare al tuo passaggio.
Per strada pero’ la gente cerca qualche forma di prudente normalitá. Il lockdown non ha mai impedito di uscire a camminare entro 2 Km da casa, poi allentato a 5 Km. Volenterosi papá spingono passeggini fra una nuvola passeggera che scarica un po’ di pioggerellina e un raggio di sole primaverile (10-13 C). Mascherine in giro se ne vedono poche, non sono obbligatorie d’altronde. Qualcuna di piu’ nei supermercati dove tutti i giorni – dall’apertura fino alle 12:00 e a giorni alterni – hanno accesso solo la categoria piu’ vulnerabile (gli over-65) o i soldati di questa strana guerra o emergenza sanitaria che dir si voglia (i dipendenti degli ospedali). All’ingresso il gel è disponibile e – in alcuni casi – guanti monouso.
Unintended consequences di questa emergenza: un fornitore di alcuni ristoranti italiani che distribuisce frutta & verdura italiane ha aperto ora alle consegne a domicilio: EUREKA ! Qualitá della vita: +3.
Intanto le coppie passeggiano come non mai, joggers corrono o e ciclisti piu’ o meno improvvisati pedalano lungo strade semi-deserte. Nei parchi la gente legge un libro o porta il cane a passeggio. I vicini di casa si scambiano saluti, bevono un bicchiere e chiacchierano a distanza di sicurezza quantificata in metri due. Accettazione e disciplinata attenzione verso il prossimo, tentativi di stabilire una qualche goffa normalitá. Dublino ha registrato all’incirca il 70% dei contagiati del Paese. E sebbene in Irlanda il numero dei contagiati abbia superato quello dell’Italia, quando corretto per la popolazione, il numero di decessi pare essere la metá. Meno densitá abitativa e over-65 che rappresentano solo il 13% della popolazione (22% in Italia 19% in UE) ha probabilmente aiutato, non certo la Sanitá locale, per quanto aver evitato di concentrare pazienti negli ospedali ha sicuramente aiutato.
Isteria collettiva ? Nessuna. Rassegnata accettazione e un po’ di benevolente tolleranza da parte della polizia, sempre molto presente a sorvegliare. Benvenuti nel New Normal.
Cari i miei Expat
La nostra generazione, più di quella dei nostri genitori, ha visto un flusso migratorio verso l’estero. Ecco che quindi io mi trovo ad avere amici che si sono dispersi in giro per il mondo. Paradossalmente, ora li posso sentire vinci i allo stesso modo in cui sento gente la cui casa vedo dalla mia finestra. Però ogni paese sta vivendo questo periodo in un modo diverso. Ho quindi chiesto loro di raccontarmi, brevemente, come se la passano. Nei prossimi giorni, ci saranno quindi una serie di post “ospiti” sul mio blog.
L’inutilità al tempo del Coronavirus
A casa ascoltiamo molta radio in questo periodo. Grazie ad Alexa e alla app Tune In Radio, non siamo vincolati alle radio che si sentirebbero nella nostra zona ma possiamo spaziare verso altre stazioni. Mi capita così di ascoltare Radio Dolomiti, l’emittente che seguo quando sono in montagna. Ogni ora, o forse un po’ di più, continuano a trasmettere la rubrica “Viaggiare in Trentino”. Ok, capisco che sia magari pagata dallo sponsor ma ormai ogni volta è “traffico assente, causa il blocco agli spostamenti”. L’inutilità fatta rubrica.