Archivi Blog
La cultura poi ti cura con premura
Io mi sono laureato in una università discretamente prestigiosa a livello italiano ma oggi mi sono sentito un po’ una cacchetta. L’ultima giornata bostoniana è stata infatti dedicata alla visita del Mit e di Harward. Soprattutto il primo mi ha impressionato. In alcuni aree si riesce ad entrare e fa senso vedere, a differenza delle nostre università, pochissime aule ma tantissimi laboratori. Poi anche la cura per l’attività fisica, che molti erroneamente etichettano come futile culto sportivo, all’interno dell’università americana per me è un importante momento formativo. Il mit non brilla certo per risultati sportivi ma ha impianti che fanno impallidire Milano.
Voglio la birra Mazzini
Ieri la giornata bostoniana è stata dedicata al freedom trail, un percorso tra i luoghi storici della città, culla dell’indipendenza americana dalla corona inglese. Ho così anche scoperto che Samuel Adams non è un birraio ma un patriota statunitense a cui, negli anni 70, hanno dedicato un marchio di birra. Un po’ come se da noi la dedicassimo a Mazzini. Resta comunque, a mio avviso, la miglior marca di birre industriali a stelle e strisce.
Da bravi turisti
Per una cena nel cuore turistico di Boston avviamo pensato di fare il botto e prendere il posto più turistico: il locale che riprende quello della nota serie TV anni 80 “Cheers” (da noi Cin Cin). Alla fine non è andata neppure male. Buon cibo a giusto prezzo… E io sono riuscito a non portarmi via tutto il gift shop…
Corte certezze
Vorrei tranquillizzare i miei lettori e in particolare un’assidua lettrice e amica su FB: anche negli Stati Uniti se non vai in giro in shorts non sei nessuna. Il mondo è sempre più un posto migliore. PS come si vede dalla foto, anche gli uomini vanno in giro in pantaloncini ma lo spettacolo non mi riguarda.





