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La barba è una livella

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Io, con una nota vacca, intrigata dal mio look hipster.

La moda hipster ha aiutato la diffusione della barba. Personalmente ho applaudito questa cosa perchè, da anni, portavo una leggera barbetta e bramavo farmela crescere. La gestione della stessa, però, mi faceva desistere. La moda ho portato, come indotto, tutta una serie di barbieri specializzati e il gioco è stato fatto.

Detto ciò, il concetto base di questo post è un altro. Sì, perchè alla base di certi miei post ci sono pure dei concetti.

La barba è una livella, parafrasando Totò.

Sì, perché la barba ha (quasi) sempre un effetto positivo sulla percezione estetica di un uomo. Guardate me. Non sono certo mai stato un adone. Il tempo, lo ammetto, qualche punto me lo ha fatto recuperare (da teenager non si batteva chiodo…ed era anche giustificata la cosa). Però da quando ho la barba, sono percepito decisamente meglio. Ma non è un isolato caso personale: la middle class maschile è molto più popolata. Frequentatori dei percentili più sfigati del mercato vedono alzarsi le proprie quotazioni. Soggetti già più elevati hanno dei miglioramenti ma, percentualmente, inferiori.

Cioè: chi era figo, resta dalla parte giusta del mercato. Gli altri riducono il gap.

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Farsi fare la barba

Negli ultimi anni, tranne una parentesi in cui ho fatto un maldestro tentativo di sembrare più giovane, ho sempre avuto la barba. Un barba generalmente corta, autogestita e al limite dell’anarchico. Ora, complici la mia voglia di farla crescere di più ed il fatto che è diventata di moda (grazie hipster!) ho deciso di andare da un barbiere (ops! in una barberia!) a farmela impostare.

Devo ammettere che è stata una bella esperienza. Anche perchè uno come me, che è abituato ad avere due capelli in testa e il cui taglio potrebbe essere fatto anche da un pastore esperto nella tosatura di pecore, non era abituato a ricevere un taglio così accurato. Forse i più non noteranno granchè di differenza ma per me è nettamente visibile.

Il che vuol dire che penso proprio di aver trovato un nuovo “rito” del prendermi cura di me stesso.

Per chi fosse interessato, sono andato QUI.

 

Che Barba!

 

A questo giro con la barba ci sto prendendo gusto. Quindi sarebbe anche il caso che iniziassi a curarla un po’ meglio. La diffusione degli hipster ha Milano ha fatto sì che i “barbieri” siano tornati in auge. Per la pausa pranzo di giovedì ho quindi prenotato presso uno di questi saloni per farmela sistemare come si deve. Vediamo un po’ cosa salta fuori… Qui sotto il link del locale.

 

Sorgente: Shaves, beards & moustaches

Barba or not?

Quest’estate ho deciso scientemente di non portarmi il rasoio in vacanza. Il risultato è che se prima di partire il regola barba lo settavo su lunghezza 3, ora lo metto su lunghezza 15. Di base non mi dispiace averla lunga ma sinceramente non sono convintissimo di tenerla così. Oggettivamente mi invecchia (ulteriormente) anche perché è pesantemente canuta. Poi non mi fa né l’effetto Pirlo, né quello Datome. Parlandone a cena con un’amica mi ha girato lo schema che segue, che sinceramente pone diversi punti a favore della barba.

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Tra installazioni e hipster

L’8 Aprile parte il Salone del Mobile ma soprattutto parte il Fuorisalone. La città sarà come al solito invasa da installazioni, mostre, eventi mondani frequentati soprattutto da gente più interessata agli spritz che al design. Per esempio il sito della Triennale già parla delle famigerate installazioni (il termine da anni più gettonato in quest’occasione).

Sì, è vero, anche quest’anno mi arrabbierò perchè nessuno mi porterà da nessuna parte, a mescolarmi tra gli hipster, le simil sinistroidi e gli amici di Lapo.
Al massimo mi limiterò, se qualche anima pia non mi porta in giro, al solito giro fotografico una sera in Brera.

Sono un Catholic Hipster?

Un amico di recente mi ha definito, tra il serio e il faceto, un catholic hipster. La definizione, di primo acchito, mi è piaciuta molto. Allora mi sono documentato un po’ in giro, soprattutto su QUESTA PAGINA, di cui ammetto non so molto come orientamenti religioso politici o affidabilità. Però dice una cosa interessante:

…Hipster refers to a subculture of contemporary young adults…

e poi

Isn’t it true that living out the Catholic faith in modern society is the ultimate anti-mainstream life of non-conformity and going-against-the-flow?

Ora so cosa molti diranno subito. Siamo in Italia e la nostra società è pregna dell’influenza cattolica. Ok, vero (fino a un certo punto). Però provate a essere un under 40 (o ancora peggio con gli under 30 e gli under 20) e dichiaratevi cattolico, sarete sicuramente una minoranza. Quindi in estrema sintesi continuo le ricerca e per ora mi tengo, con riserva, l’etichetta di Catholic Hipster

Inutili caratteristiche della mia prossima ragazza

20140212-140840.jpgLa donna ideale non esiste ma ogni tanto è bello giocare a “la donna che vorrei”. Giocare, sì, perché affronterò solo caratteristiche futili.

– Avere gli occhiali da Hipster, perché fanno tanto sangue.
– Saper giocare a “sasso carta forbice lizard spock” e se chiedete che è, non siete la donna giusta.
– Cantare a squarciagola Essere donna oggi, capendone l’ironia.
– Usare un sacchetto di negozio di intimo di pregio per portare la schisceta in ufficio
– Avere un rapporto coi videogiochi che vada oltre a Candy Crush
– Essere bionda, perché la mia ex non sopporta le bionde.

Voglio diventare un Hipster (chi mi conosce lo sa) :-)

Oggi internet mi regala grandi chicche musicali, così dopo Fingo di essere un Nerd, ecco Voglio diventare un Hipster. Simpatica canzoncina che sfotte la pseudo aurea intellettuale degli hipster.

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