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Il microcosmo delle vacanze studio
Recupero alcune spigolature dal viaggio aereo. Sul nostro stesso volo c’era un gruppo di adolescenti in vacanze studio. Erano una fantastica della gioventù (bene) di oggi. Intanto c’era una stragrande maggioranza femminile, poi c’erano tutta una serie microgruppi rappresentativi. C’erano le bellone che simpatizzavano coi fighi, a perpetuare la supremazia dei gruppi alfa di cinematografica memoria. C’erano le amiche bruttine, che guardavano storto le bellone, nel classico “la volpe e l’uva”. C’era la tipa che piangeva in disparte, perché appena scaricata. C’era il Nerd brufoloso, pettinato come i fighi ma con un risultato scenico nettamente inferiore. Siamo una società divisa in classi.
Crescendo rossiniano alberghiero
La prima lunghissima giornata di viaggio è finita. Iniziata uscendo di casa alle 9 italiane e finita infilandosi in un letto del Maine alle 1.30 di notte. Al netto del fuso, quasi 22 ore filate (o quasi) sveglio. Il primo motel statunitense è un motel 6. Si legga sul vocabolario alla voce cheap. Del resto nelle prime notti abbiamo optato per soluzioni di più basso profilo per andare a salire finendo con soluzioni decisamente carine (si spera) tra New York e Las Vegas. Intanto lo smaltimento del fuso sembra andare bene. Vediamo cosa ci offre oggi di interessante Portland.
Viaggi USA: c’erano una volta le carte telefoniche
Ricordo i primi viaggi oltreoceano, si parla della seconda metà degli anni 90, quando per chiamare casa si prendevano le tessere telefoniche internazionali e si chiamava, se andava bene, un paio di volte a settimana. Ai tempi credo non avessi neppure il cellulare. Poi cellulari, smartphone, crollo dei costi di roaming. Ora prima delle ferie si pone la questione di trovare la soluzione per restare connessi, date e voce, al mondo. Sempre che non sia tra quei pochi illusi che dicono ancora “ah io vado in vacanza, stacco il telefono e non mi sentite per un mese”. Certo, certo, vi credo proprio.
Tornando a noi. L’anno scorso in New Zealand avevo preso una sim locale e mi ero trovato benissimo. Questo perchè Vodafone, col quale ho una prepagata da tempo immemore, nonostante fosse presente in quel paese, non aveva offerte di roaming. Andando negli Usa è diverso e bisogna fare un conteggio di break even point (per chi non mastica economia, punto di pareggio).
La mia offerta implica che per 3 euro al giorno 50 minuti di chiamate, 50 sms e 500mb di dati. Sto via circa 20 giorni quindi la spesa è di 60 euro.
Ho trovato questa sim per gli Stati Uniti: ReadySim.
Per 21 giorni a 45 dollari hai chiamate usa illimitate, sms internazionali illimitati e 1,5gb. Per 30 giorni per 55 dollari hai lo stesso ma con 2gb.
Alla fine ho optato per la Vodafone perchè mi da molti più mega (500×20=10gb) ad un prezzo quasi identico. Il dubbio è solo di trovare effettivamente l’operatore locale che aderisca al roaming vodafone. Altrimenti sono dolori…
Per l’Addetta Stampa, il cui operatore non aveva un’offerta internazionale così buona, ho invece preso la ReadySim.
Magari a qualcuno di voi queste info possono tornare utili.
Memoria Canaglia
Stiamo pianificando le vacanze estive che mi riporteranno negli States dopo anni. In particolare, il tour ripercorrerà alcune tappe che già feci nel 1998 o 1999. Insomma… oltre quindici anni fa (sigh, gli anni passano).
Oggi allora ho scritto al mio compagno storico di scorribande Usa e perchè avevo un dubbio: un particolare National Park l’ho già visto o meno? Ero praticamente certo di no… e invece… Ora andrò a scartabellare le foto di quell’anno per vedere se risvegliano in me qualche flash.
Il bello di avere una pessima memoria è che puoi tornare in posti che sei già stato come fosse la prima volta…
Ricordi dal passato
Domenica mattina stavo cercando nella mia libreria qualche guida che potesse aiutarmi nel progetto di vacanza che stiamo studiando. Ho ritrovato una vecchia guida che non pensavo più di avere. La cosa mi ha stupito fino ad un certo punto perché in passato ho già fatto un viaggio del genere. Quello che mi ha stupito è trovare come segnalibro un biglietto aereo di un Boston-Dallas del 1999.
Dai, ditelo anche stavolta.
Un altro pazzo spara e uccide per strada negli Usa. Dai, ditelo anche stavolta che è colpa dei videogiochi e non del fatto che negli States è più facile comprarsi una pistola che un cellulare…
Brillare di luce riflessa
Mi basta parlare con qualcuno che girerà gli States quest’estate, potendo dare qualche consiglio, per sentirmi un pò come se partissi anch’io e ricordare i bei tempi andati 🙂
In compenso oggi ho versato la caparra per l’Armenia a fine settembre: non vedo l’ora!
