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Il dolce nazionale norvegese

Non l’avrei mai detto ma i norvegesi vanno pazzi per i waffle, o gaufre se volete dirla alla belga. Ovunque vai, ci sono. Anche il più scadente dei baracchini le ha. Magari fredde, magari schifose, ma le ha. Gli alberghi spesso ti danno la possibilità di fartele da soli, con il buffet delle colazioni. Il nostro hotel di Tromsø, addirittura, dalle 18 alle 20 aveva il free waffle e questo ci confuse non poco sull’ora in cui cenare (senza però impedirmi di farle ogni giorno). Nei supermercati non manca mai il preparato della Toro, marca che va molto da queste posto. Inutile dire che ho già nella wish list di Amazon la macchina da prendere al mio ritorno, quando arriverò col mio preparato Toro!

Sudo ma Bodø

Ieri pomeriggio siamo sbarcati dal traghetto che da Moskenes (nome che agli amici patiti di hockey porterà di certo più di un’assonanza) ci ho portato a Bodø. Abbiamo preso possesso della stanza, riportato l’auto al noleggio e a quel punto avevamo più di un giorno da passare in questa città. Che non fosse molto grande l’abbiamo capito anche dal fatto che la gente andava in aeroporto (dove abbiamo lasciato l’auto) a piedi. Le principali attrazioni del paese sono due chiese: una inguardabile e l’altra talmente bella che, passandoci in zona, non l’abbiamo vista. Risolto entto serata la pratica turistica, ci restava da riempire il tempo che ci separava dal nostro treno notturno. Abbiam quindi optato per viziarci e passare qualche ora nel “più grande acqua park di Norvegia” , con tanto di SpA. Mi chiedo come siano i più piccoli ma se non altro abbiamo passato una piacevole giornata. 

Menzione turistica su Bodø: in giro per la città ci sono dei murales molto interessanti. 

Spigolature dalle Svalbard

Le Svalbard sono ormai alle spalle (a dire il vero lo sono quasi anche le Lofoten, mentre vi scrivo) ed è il momento di buttare giù qualche idea sparsa sul posto. Piccole osservazioni che non meritavano un post tutto loro. 

– Le armi da fuoco vanno sempre portate dietro quando si esce dal paese. Chissà perché, però ti chiedono di non portarle quando entri in banca.

– che poi… ok quando fai trekking isolati ma a fondo valle, vicino all’unica strada, il fucile mi sembra una cosa eccessiva. 

– lo scrissi già in un altro post ma lo riporto qua, sempre sulle armi: gli studenti che vengono al distaccamento locale dell’Università, devono fare una giornata di corso per il porto d’armi.

– l’entità esterna più diffusa è sicuramente la thai. Cosa che si riflette anche nell’assortimento dei negozi di alimentari. 

Passione liofilizzata

Nell’unico supermercato delle Svalbard, ho notato una smisurata passione per i cibi liofilizzati. Ok, lì è una necessità dettata anche dal fatto che partono molti campeggiatori (o anche spedizioni più estreme), però anche negli altri centri norvegesi non cambia molto la situazione.

Sinceramente la cosa mi intrigava parecchio. Per esempio, solo di zuppe di pesce ce n’erano almeno tre tipi diversi, con ricette delle diverse parti del paese. Mi sa che mi ci riempirò la valigia e qualcuno di voi lo riceverà pure come souvenir della vacanza… 🙂

Italiani, brava gente

Sinceramente, speravo che la Norvegia fosse, per gli italiani, una destinazione un po' più di nicchia. Invece, a quanto pare, mezza Italia ha deciso di trasferirsi in questo angolo di mondo. Alle Svalbard già ci era capitato di trovare altri italiani, ma non eravamo certo l'etnia (straniera) dominante. Arrivati alle Lofoten è invece un brulicare di simpatici abitanti del bel paese. Sinceramente un po' mi dispiace. Tra l'altro devo rassegnarmi al fatto che sono un italiano riconoscibile. Bei tempi quando (nel lontano 1996) con Simon in Canada continuavano a scambiarci per croati.

Quell’insana voglia di trash AKA Pizza alle Svalbard

Premessa: io non sono il tipo d’italiano che quando va all’estero cerca disperato pizza, pasta e caffè. Mi piace sperimentare, anche troppo, le cucine locali. L’altro giorno però siamo andati a cena in un locale che ci è piaciuto molto. Ci siamo fatti una zuppa e del filetto. Tutte ricette del posto, molto buone. Il menù però proponeva anche pizze e il giorno seguente, a pranzo, ci siamo lasciati tentare: facciamo la pizza nella pizzeria più a nord del mondo. Alla fine non è che fosse una pizza, era più che altro una focaccia con della roba sopra. Al limite mi ricordava una pizzetta da fare nel tostapane che mangiavo anni fà. Nel suo trash, però non era neppure male. Con la sua carne (forse renna) a pezzettini sopra, il mais e i jalapenos.

Dei “migliori momenti” alle Svalbard

Better Moments è la società a cui ci siamo appoggiati per due delle tre gite in battello alle Svalbard. Diciamo subito una cosa: non possono certo decidere le condizioni climatiche ma su come gestire la situazione… forse potevano fare di meglio. Andiamo con ordine.
Il 12 sera avevamo la gita "catch of the day". La giornata era stata bella ma ventosa e verso sera è peggiorata. Il mare si è ingrossato ma, nonostante questo, ci hanno portato fuori. Era una gita ad itinerario variabile: in pratica il comandante decideva dove portarti, in base alle condizioni, per cercare di avvistare un po' di fauna locale (orsi e balene su tutti). Visto il tempaccio, ci siamo diretti verso due fiordi al cui termine c'erano dei ghiacciai. Si è ballato molto, forse troppo. Col senno di poi magari non avrebbero dovuto neppure farci uscire. I ghiacciai in compenso erano spettacolari ma di fauna neppure l'ombra.
Il 13 c'era la gita principale, verso Ny Alesund, il centro abitato più a nord del pianeta. Quattro ore andare e quattro a tornare. Condizioni peggio della sera prima. Il comandante prova ad uscire ma ben presto si capisce (anche dopo la prima svomitazzata a bordo) che non è cosa. Per non perdere i (nostri) soldi, attivano un piano B che comprende andare verso un fiordo riparato, dove c'è un insediamento minerario abbandonato. Lì abbiamo preso il tender e siamo stati portati a terra. Visita, passeggiata, pranzo attorno al fuoco (la guida si era portato la legna da casa…). Bello, ma niente a che vedere con Ny Alesund… sarà per un'altra volta… così come per gli orsi e le balene.

Ps: sì, partendo avevo detto "se non torno dalle Svalbard senza vedere un orso polare, sono un c******e". Questo perchè, dalle foto online, pare che chiunque vedesse gli orsi. Bhè, noi no. Traete da soli le conseguenze…

Pyramiden

Una delle gite che abbiamo fatto dalle Svalbard, ci ha portato in un luogo fantastico. Sono da sempre affascinato dai luoghi abbandonati e dall'archeologia industriale, capirete quindi che aspettavo con ansia di visitare un villaggio minerario russo abbandonato dal 1998. Da quando la miniera è stata chiusa, il luogo è rimasto disabitato e, solo da qualche anno, ha iniziato ad essere meta di visite turistiche. Il centro sportivo, il cinema, il refettorio, tutto è stato lasciato così com'era e così è rimasto. Eccezion fatta per gli effetti del tempo e dell'incuria. Un luogo veramente affasciante. Ci sarei voluto rimanere a far foto per giorni. Di certo di più delle due ore che avevamo, peraltro dovendo attenerci al percorso e ai tempi dettati da un'arcigna guida russa.