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Joystick, fusibili e cacciaviti: le vacanze dei nerd anni ’80 #LegaNerd

Il mio egocentrismo e la mia nostalgia per “i bei tempi” dei videogiochi hanno fatto un altro danno: è uscito il mio terzo articolo su LegaNerd. Anche se il successo di pubblico del primo pezzo è lontano (del resto era un racconto su cui lavorai molto e a cui tengo ancora molto), devo dire che di questo ultimo nato. In pratica è un racconto su cosa voleva dire per un nerd anni 80 partire per le vacanze con il suo “carico” da video giocatore. Il revisore ha cambiato alcune cose, prima di tutto il pezzo, ma lo spirito è rimasto quello che volevo io. Buona lettura

Sorgente: Joystick, fusibili e cacciaviti: le vacanze dei nerd anni ’80 #LegaNerd

Alta tecnologia

Oggi su facebook guardavo l’annuncio per la vendita di un Commodore 64. Quello (o un amiga 500) mi sa che prima o poi me lo piglio… Comunque, non divaghiamo. Il computer in questione è un ottimo stato, compreso di scatola e tutto. Una delle foto a corredo dell’annuncio ha scatenato un vecchio ricordo.
Quando ero alle elementari, passavo con la mia famiglia l’estate in Trentino e ovviamente mi portavo dietro il Commodore. Ai tempi le linee elettriche non erano il massimo in termini di sbalzi di tensione, così come il Commodore è un bell’oggettino ma pur sempre degli anni 80. Il trasformatore era dotato di uno sportellino, che si apriva per consentire di cambiare il fusibile, parte che con gli sbalzi di tensione saltava spesso. Una scatola di fusibili era quindi indispensabile per una vacanza serena. Bei ricordi.

Retrogaming… ma non troppo

Da un po’ di tempo a questa parte va molto di moda, tra noi nerd/geek, il retrogaming. Ovvero la riscoperta dei videogiochi dei tempi che furono. I puristi predicano che vadano giocati sui computer o sulle console originali, io sono molto meno intransigente in merito e pensano che gli emulatori vadano bene lo stesso.
In teoria dovrei essere un fortissimo sostenitore della cosa, visto che i miei anni d’oro, sia da recensore che da giocatore, sono alle spalle. Invece sono abbastanza scettico in merito, soprattutto verso certe estremizzazioni. Credo che ci siano videogiochi che hanno segnato la storia e che oggi sia ancora bello giocare. Altri invece hanno fatto il loro tempo e non hanno più molto senso. Certi titoli per Commodore 64 o alcuni Coin Op per me restano attualissimi, di altre cose (comunque osannate ai tempi) ora si puo’ benissimo fare a meno. Sul mio Mac ho un emulatore di Pc Engine su cui girano fieri titoli come Final Match Tennis o Parasol Star, uno di Commodore 64 che uso soprattutto per la serie Games della Epyx… però  pur riconoscendo il valore storico di un Atari 2600, sinceramente non mi viene da riscoprirlo.

La rivista dei vecchi nerd (ora geek)

Ogni mese ricevo la notifica della nuova uscita (in digitale) di RetroGamer, la rivista che in assoluto riesce a farmi sentire più vecchio. Si tratta di un mensile che si occupa di retrospettive sui grandi titoli del passato del mondo dei videogiochi. Sono gli anniversari quelli che mi fregano. Per esempio sul numero appena uscito si festeggia il venticinquennale di SCUMM, un tool di programmazione che ci ha regalato alcune delle migliori avventure grafiche della storia, come The Secret of Monkey Island e Indiana Jones e l’ultima crociata. Ok, anche Maniac Mansion e Zac McKracken ma (mea culpa) non mi hanno mai preso.

Venticinque anni. Di cui venti da Monkey Island… sigh