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L’internet delle cose, Amazon e il mio essere nerd

Bave. Bave complete. Amazon ha lanciato i Dash Button. Si tratta di piccoli dispositivi Wi-Fi da piazzare in casa, uno per ogni brand diverso che ha aderito, con i  quali è possibile ordinare automaticamente degli articoli con una pressione. Lo mettete in dispensa, finite i biscotti, lo premete! L’ordine è già partito. Dovete fare la lavatrice, vi accorgete che state usando l’ultima dose di detersivo, un click e il giorno dopo vi arriva tutto. Interessante che uno dei brand che ha aderito sia Durex… 

Il costo è di 4,90 euro per ogni bottone, per il quale vi verrà riconosciuto uno sconto di pari importo dopo il primo utilizzo. 

Da amante della domotica e dell’Internet delle cose (che va tanto di moda), non posso che essere entusiasta e vorrei prenderne almeno un paio. La cosa cozza pero col mio essere contemporaneamente milanese imbruttito, che tutti questi articoli li compra sempre all’esselunga. 

Potenzialmente si tratta di una cosa interessantissima. 

https://www.amazon.it/gp/browse.html?node=10909060031&tag=slhyin-21&hvadid=160674030132&hvpos=1t1&hvnetw=g&hvrand=18147699384914304409&hvpone=&hvptwo=&hvqmt=e&hvdev=c&hvdvcmdl=&hvlocint=&hvlocphy=1008463&hvtargid=kwd-70330109688&ref=pd_sl_65viknsmnj_e

Il mondo che è sempre più piccolo: gli acquisti in vacanza

Una volta quando andavi in vacanza in posti come gli Stati Uniti o Londra potevi, al ritorno, tirartela un po’ con marche qui sconosciute o comunque introvabili. Con la globalizzazione commerciale ormai queste cose si sono perse e trovi tutto d’appertutto. Tornavi con qualcosa di Abercrombie e già sapevano dove eri stato. Meno spendibile socialmente ma una delle ultime griffe a perdere questo fascino è stata Victoria’s Secrets. Meno di un lustro fà la Famigerata Ex mi telefonava dallo store di New York bullandosi. In tempi più recenti l’Addetta Stampa mi ha fatto conoscere a Londra Ben Sherman, che da camicie che mi piacciono molto. Ora ogni volta che ci vado provo a prenderne una. Speriamo non apra mai in Italia. Sempre a Londra c’è una catena di negozi (non ricordo neppure il nome) che fa delle simil Clarks con suola bicolore che mi intrigano molto. Forse un po’ sopra le righe per il mio stile ma mi piacerebbe avere il coraggio di indossarle. Ogni volta a Londra ci passo ma non le prendo mai. Un paio di settimane fa ero al Teatro Manzoni e proprio lì vicino ha aperto quel negozio. Ci sono rimasto male: averlo a portata di mano ne rovina gran parte del fascino.

Acquisti, jeans e dollaro 

Quest’estate negli USA non era molto periodo da buttarsi in grandi acquisti. Il cambio euro/dollaro non era favorevole e poi la globalizzazione ha fatto sì che non ci siano più quelle cose che oltreoceano si trovano e qui da noi no. Alla fine, con un vero tuffo negli anni 80 una delle cose più convenienti erano i jeans. I Levi’s 501 si trovavano a meno di 50 euro. Mi faceva un po’ “italiano al primo viaggio usa” ma alla fine è stato uno degli acquisti più convenienti. 

 

Serravalle vs Vicolungo: il mio personalissimo derby degli outlet

vicolungo-outletIo sono la gioia di ogni esperto di marketing perchè tendo a fidelizzarmi molto facilmente. Sono un consumatore routinario. Così da anni la maggior parte del mio guardaroba viene acquistato in due e tre trasferte annuali a Serravalle. Però sono anche uno che, se trova le giuste motivazioni, valuta se non convenga cambiare. Così sabato sono andato a Vicolungo. In auto già mi sentivo un po’ in colpa a tradire McArthur Glen, ma fa niente. Vicolungo è più vicino a casa mia (alla resa dei conti mica tanto, giusto 15 minuti), me ne parlano bene, sulla carta aveva quasi tutti gli stessi negozi.
Alla resa dei conti però sono rimasto abbastanza deluso. I punti vendita, a parità di brand, sono più piccoli e peggio forniti. La superficie generale è inferiore e un po’ tutta l’esperienza non è stata minimamente paragonabile alle mie solite visite a Serravalle. Insomma: provato e, per me, bocciato Vicolungo