Il voto svizzero

Non so ancora cosa dire del voto italiano di domenica, quindi vi parlerò di un’altra consultazione elettorale svoltasi lo stesso giorno. Gli svizzeri sono stati chiamati a votare su un referendum (proposto da un partito di destra) sull’abolizione del canone tv.

In Italia, senza neanche prendere in considerazione i se e i ma, ci sarebbe stato un plebiscito per la cancellazione. Qui no. Non c’è un solo cantone dove la proposta abbia raccolto la maggioranza dei voti. Da notare che la redistribuzione dei canoni non è fatta proporzionalmente ma in modo da consentire ad ogni area linguistica di avere un’offerta adeguata. Quindi se la svizzera italiana raccoglie il 4% del canone complessivo, alla sua radiotelevisione viene riassegnato il 22%. Questo vuol dire che aree che raccolgono di più, ricevono di meno. Anche queste aree hanno votato per mantenere il canone.

Da notare che quest’anno pagano 451 franchi, destinati a scendere a 365. Rispettivamente 388 euro e 314 euro. Ricordo che il canone italiano è 100 euro.

In tutto questo si nota una diversa maturità e senso civico dell’elettorato elvetico che comunque, soprattutto in Canton Ticino, ha dato segnali di derive populiste.

Sorgente: Svizzera, bocciato il referendum per l’abolizione del canone tv – Tgcom24

Di seguito anche un video che spiega, con i protagonisti della sitcom Frontaliers, il sistema della radiotelevisione elvetica.

 

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Pubblicato il 6 marzo 2018, in Giorno Marmotta con tag , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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