Archivi categoria: Giorno Marmotta

Cari i miei paesi scandinavi… grazie al ca…volo

Sono buoni tutti a fare i neutrali, fino a che non hai minacce alle porte. Svezia e Finlandia si sono sempre ben guardate da entrare nella Nato (con tutti gli oneri e i costi anche economici del caso) fino a che se ne stavano tranquille nel loro nord. Ora, guarda caso, corrono a fare domanda di ammissione.

Mi ricorda un po’ certi veti in commissione europea, quando c’è da discutere problemi che, apparentemente, non li riguardano…

Nove mesi

Auguri piccola.

Esposto contro chi fa gli esposti

AAA Cercasi avvocato che mi aiuti a realizzare un sogno: fare un esposto contro il Codacons che, invece di tutelare gli interessi dei consumatori (per il quale riceve anche soldi pubblici) continua a fare esposti dalla limitata utilità per la collettività ma un (minimo) ritorno mediatico.

Io veramente non capisco come possano continuare così da anni. A dire il vero, non capisco neppure come continuino certi “comitati” pro o contro diverse cose… ma tant’è sarò fatto male io.

Facciamo i conti

Ok, io sono nato nel 1974. Siamo nel 2022. Eh no, non si scappa… oggi ne faccio 48. Phiiiiiiiga ma dove sono finiti i 27???

Comunque grazie a tutti per gli auguri, anche a quelli che si sono ricordati o si ricorderanno grazie a Facebook: non sentitevi in colpa, sono anch’io dei vostri!

Sto pesce (d’aprile)

Che bello quando, sugli organi di informazione e, in fondo, anche in rete, il primo di aprile era pieno di notizie farlocche, più o meno credibili, che rinverdivano i fasti del “Pesce d’Aprile”.

Oggi invece le fake news sono una forma di propaganda e di disinformazione controllata e di queste notizie mi è totalmente passata la voglia di ridere.

Buon primo aprile a tutti.

Oggi questa canzone non si sarebbe potuta scrivere

Rapput è stato un tormentone del 1991. Scritta da Rocco Tanica e Claudio Bisio e interpretata da quest’ultimo. Personalmente, la conosco a memoria.

La riascoltavo (e cantavo) l’altro giorno e pensavo che oggi non sarebbe mai potuta esser un successo o, più che famosa, sarebbe diventata famigerata. Il motivo? Una certa deriva del politicamente corretto. Non fraintendetemi, certi temi sono gravi e pesanti. I passi avanti fatti in questi campi sono importanti e, paradossalmente, comunque non ancora sufficienti.

La canzone rientra nel filone demenziale ed è fortemente ironica, ci sono però elementi che oggi non sarebbero letti come tali da molti. Intanto il fidanzato/protagonista della canzone si rivolge alla controparte con un epiteto sessista (da qui il titolo Rap-put che non devo certo spiegavi).

Infine si chiosa con una minaccia di sfigurarla con un saldatore. Badate bene, non sto certo demonizzando questa canzone, anzi. Dico solo che certe riletture storiche, non dovrebbero essere fatte un tanto al chilo.

Quindi, continuerò a canticchiare Rapput e, se mi capiterà, guarderò “Via col Vento” (che, lo ammetto, non ho mai visto).

36 partite dopo

Ora bravi tutti ad esultare per l’Italrugby. Dove c***o siete stati per 36 sconfitte di fila? Cosa mugugnavate, da veri italioti calciofili, quando un’intera generazione di rugbisti lottava ma rimediava solo sconfitte?

Mi piace ricordare che l’ultima volta che sono stato in uno stadio, prima dell’Era Covid, fosse all’Olimpico a vedere LA Nazionale. Così come per tanti anni, con un po’ di buchi, sono il primo ad ammetterlo, abbiamo fatto con amici. Orgogliosi dopo le vittorie così come dopo le sconfitte.

Quel giorno giravano le prime mascherine e si iniziava a fare scorte nei supermercati.

Oggi le lacrime di gioia di Garbisi sono quelle che un po’ tutti abbiamo avuto. Grazie ragazzi.

Mi portate le arance?

No, non sono (ancora) finito nelle patrie galere, anche se il rischio di uccidere qualcuno è sempre dietro l’angolo (in ambito lavorativo). Vi racconto una storia, breve, prometto.

Oggi mi è capitato di dover tornare a casa in taxi. Abito in un quartiere di nuova costruzione, tutt’ora in espansione che, sui social, è spesso preso di mira per i palazzoni alti e talvolta troppo vicini. Do l’indirizzo al tassista, che conosce la via per la presenza di un noto concessionario e pensa debba andare lì. Chiarisco subito che io sono dall’altra parte della strada ma non registra questa informazione.

Stiamo per arrivare e lo vedo che guarda in giro incuriosito. Pensando che non sappia dove girare gli faccio “alla prossima rotonda a destra”. “Sì sì lo so” replica lui “stavo solo guardando questi nuovi palazzi (guarda chiaramente il nostro NdPuck), orrendi, sembrano proprio dei carceri”.

Svolta alla rotonda e gli dico di fermarsi “dove?” fa lui stupito “alla casa bianca”. Non ho avuto la voglia polemica di rispondergli “al carcere bianco”.

Ok, la nostra palazzina non è stata progettata da Frank Lloyd Wright (o Andrew, come stavo erroneamente scrivendo prima di andare su wikipedia) e non passerà alla storia dell’architettura ma io vorrei vedere tutti questi saccenti critici in quali capolavori abitino…