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36 partite dopo
Ora bravi tutti ad esultare per l’Italrugby. Dove c***o siete stati per 36 sconfitte di fila? Cosa mugugnavate, da veri italioti calciofili, quando un’intera generazione di rugbisti lottava ma rimediava solo sconfitte?
Mi piace ricordare che l’ultima volta che sono stato in uno stadio, prima dell’Era Covid, fosse all’Olimpico a vedere LA Nazionale. Così come per tanti anni, con un po’ di buchi, sono il primo ad ammetterlo, abbiamo fatto con amici. Orgogliosi dopo le vittorie così come dopo le sconfitte.
Quel giorno giravano le prime mascherine e si iniziava a fare scorte nei supermercati.
Oggi le lacrime di gioia di Garbisi sono quelle che un po’ tutti abbiamo avuto. Grazie ragazzi.
Psicosi
Da ieri, almeno in Lombardia, è psicosi da Coronavirus. Razionalmente so che è giusto stare attenti ma non lasciarsi andare a paire immotivate. Però la parte irrazionale (e anche un po’ ipocondriaca) scalpita. Stamane sono partito dalla Stazione Centrale , direzione Roma (per il Sei Nazioni) e la gente con la mascherina inizia ad essere numerosa. Anche in treno è l’argomento principe. Vabbè questo è e ce la faremo passare.
Caro Flamino, torna presto!
Ormai un paio di anni fa, in una capatina a Roma, ero ripassato dalle parti dello stadio Flaminio. A quell’impianto sono legati buona parte dei ricordi più belli che ho delle partite del Sei Nazioni che vidi in passato. Mi ha fatto una profonda tristezza vederlo in quello stato di abbandono, soprattutto sapendo la storia, tutta italiana, che ne aveva bloccato la ristrutttazione per questioni di vincoli architettonici. La cosa mi fa ridere, pensando che il Flaminio sia passibile di tutela, mentre in Inghilterra Wembley è stato rado al suolo e ricostruito, senza che si battesse ciglio.
Ieri però ho letto la notizia che vi riporto, speriamo la cosa vada in porto e che l’impianto possa tornare ad essere la casa del rugby italiano.
Sorgente: Ristrutturazione stadio Flaminio: pronti 15 milioni di euro
Leicester: Foxes vs Tigers
La scorsa stagione calcistica ha visto la squadra di Leicester vincere il campionato inglese. Una delle più grandi sorprese della storia del calcio, il trionfo di un Underdog. Guardavo uno speciale su Fox Sport e mi ha fatto impressione una frase del tipo “una sconosciuta città inglese diventa l’ombelico del mondo”.
Forse in generale Leicester è proprio una piccola cittadina inglese ma se dal mondo calcistico ci spostiamo a quello “sportivo” ci rendiamo conto che questa affermazione è una emerita cavolata calciocentrica.
Infatti nel Rugby, quello che puo’ essere considerato il secondo sport di squadra più seguito nel Regno Unito, comunque uno dei più seguiti in Europa (dopo calcio e basket non penso ci siano sport di squadra più seguiti… non nominatemi neppure la pallavolo per favore…), Leicester è storicamente una delle squadri più forti del vecchio continente.
Stadio da 24.000 posti. Due coppe europee e dieci scudetti. Fossi un tifoso dei Tigers, mi sarebbero girate non poco le sfere con tutto il clamore mediatico suscitato dai Foxes…
Dal mondiale di rugby al Six Nations
Ieri si è chiuso, almeno per l’Italia, il mondiale di rugby. Come facilmente prevedibile gli azzurri hanno battuto la Romania e terminato al terzo posto il proprio girone. Abbastanza per qualificarsi direttamente al prossimo mondiale ma non abbastanza per accedere ai quarti. Proprio la Romania, assieme alla Georgia è protagonista in questo periodo di rumors che vogliono le due nazioni ambire al posto dell’Italia nel Sei Nazioni. Noi in questi anni non stiamo giocando bene ma trovo questa ambizione assurda per due motivi. Intanto la partita di ieri ha fatto vedere che siamo ancora un gradino sopra, il buon finale rumeno è arrivato quando ormai l’Italia aveva fatto entrare i rincalzi. Il secondo e più fondamentale è che il ranking mondiale conta relativamente: queste nazioni non ricordo abbiano mai battuto una delle nazionali top del Six Nations. Quindi si mettano il cuore in pace che io mi prendo il biglietto per andare a vedere a Roma Italia-Scozia.
50 a 1
No, 50 a 1 non è il risultato del Match di coppa del mondo di Rugby che ieri ho visto a Londra. 50 a 1 è il rapporto, probabilmente per difetto, tra tifosi in verde e supporters azzurri. Precentivato anche se non in questa misura, faceva parte della bellezza della trasferta. Poi soprattutto nel rugby la situazione sugli spalti è così tranquilla che non c’è stato il minimo problema. La partita l’abbiamo persa, come da pronostico, ma almeno abbiamo opposto una seria resistenza, rischiando anche il colpaccio. Finiremo terzi il giorno, eliminati. Proprio come l’Inghilterra padrone di casa. Se mi avessero detto a priori che avremmo ottenuto il loro stesso risultato, avrei firmato! Già, perché loro dovevano andare ben oltre…
(tristi) storie di rugby
In questi giorni il rugby italiano ci sta regalando quella che probabilmente è una delle pagine più tristi della recente storia del nostro movimento. E’ però una tristezza “sportiva”. C’è una storia umanamente molto più triste che riguarda il rugby e della quale sono venuto a conoscenza solo di recente. Si tratta della morte in un incidente stradale di un ex All Blacks.
Sul sito Gazzetta.it è stato pubblicato questo video che mostra i suoi ex compagni di nazionale fare la Haka sul punto dell’incidente. Toccante.