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Il sexy shop della porta (o del sito) accanto

Già nel 2013, scrivevo che Groupon aveva sdoganato i sexyshop ma allora le cose erano ancora molto edulcorate. Di tempo ne è passato. Anche in farmacia ormai si trovano gel e oggettini a pile, vuoi che online le cose non fossero ancora più esplicite?
Oggi cazzeggiavo in cerca di regali sul sito Saldi Privati. Tra le varie griffe più o meno note, vedo questo Sexalia. Apro e… apriti cielo! Sfilze di dildo come neppure in una voliera.
Evidentemente l’anonimato del pacco rende molte persone sbarazzine. Che poi saranno uomini o donne i principali acquirenti? Comunque una versione erotica dei leoni da tastiera.
Mi volete dissanguare?
Non bastava Amazon Prime, che ormai gestisco abbastanza bene senza eccessivi acquisti compulsivi (ho scoperto che mettere nella wish list è un metadone a basso costo). Ora sotto l’ufficio mi hanno messo un Locker di ePrice. Questo è un colpo scorretto al mio bilancio…
Di che si tratta? Già ne parlai quando ne incontrai uno di Amazon a Londra. In pratica fai un acquisto, il prodotto ti viene recapitato in questo armadietto blindato e poi ti viene dato un codice con cui aprirlo. Comodo.
Temo che dovrò testare quello di ePrice…
Non solo Amazon
Già dallo scorso anno benedico Amazon perchè, nel marasma lavorativo, mi consente di ordinare una buona percentuale di regali di Natale e riceverli direttamente sulla mia scrivania. Quest’anno ho diversificato un po’ i miei fornitori ma il canale è rimasto sempre quello. Veramente son saprei come riuscire a fare tutti i regali se non ci fosse la possibilità di ordinarli via internet! nerd natalizio 2.0.1.4 ! 🙂
Kickstarter: un po’ microcredito, un po’ venture capital, un po’ gruppo di acquisto
Se, dal titolo, non avete capito cosa possa essere Kickstarter… bè sì in effetti avete ragione. Però si tratta di un sito che sta avendo parecchio successo e ha qualche elemento di tutte e tre le tipologie.
In pratica uno soggetto o una società ha un’idea che vuole realizzare (attualmente è molto sviluppato nel settore hitech e cinematografico) e cerca investitori. In questo è un po’ venture capital.
Però non cerca un solo grosso investitore, ma spezzetta le somme richieste in tante piccole parti. In questo è un po’ microcredito.
Sostanziale differenza con le due tipologie classiche di cui sopra, i soldi investiti non si avranno indietro. Qui scatta la componente gruppo di acquisto. Sì, perché se è pure possibile finanziare a fondo perduto per piccole somme, in genere i promotori offrono, nel caso il progetto vada in porto, uno o più pezzi del prodotto. In genere in confezioni speciali e con particolari aggiunte.
In pratica uno magari investe un dollaro a fondo perduto, per trenta riceverà uno dei primi pezzi prodotti, per cento avrà la versione deluxe o qualche altro regalo.
Inoltre i soldi vengono prelevati dai conti dei finanziatori solo se si raggiunge il capitale richiesto e quindi il progetto parte.
L’idea è molto interessante e sta prendendo piede. I progetti, anche di ingenti dimensioni, stanno partendo. Non ho ancora partecipato a nessun progetto ma lo sto costantemente tenendo d’occhio.

