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8%
Io, come quasi tutti quelli che sono stati in quel paese, sono innamorato dell’Islanda e degli islandesi. Stasera, a vedere allo stadio la prima partita della loro nazionale in un torneo continentale, ci sarà circa l’8% della popolazione di tutto il paese. Lottopercento. Fantastici.
Io, che ho sempre amato le cenerentole e gli Underdog, non posso che tifare per loro.
The Best, George Best
I tifosi inglese di calcio non sono quasi mai stati degli esempi da seguire, se non altro dagli anni 70 in poi. Ciò non toglie che siano parte integrante del fascino del calcio britannico, con le loro tradizioni e i loro miti.
Trovo molto bello questo coro dedicato a uno dei più grandi talenti che il calcio abbia mai conosciuto e forse non apprezzato quanto avrebbe meritato. Anche e soprattutto per demeriti umani suoi. George Best.
Il testo è questo:
Going on up to the spirit in the sky
It’s where I’m gonna go when I die
When I die and they lay me to rest
I’m gonna go on the piss with Georgie Best
Ora uno video
Se mi consentite un paragone, che qualcuno reputerà quasi calcisticamente blasfemo, la cosa più simile che abbiamo avuto nel calcio italiano è stato Alviero Chiorri.
Il calcio che ci piace
Ieri sono stato a Gorgonzola per rivedere dopo molti anni un amico con cui, ai tempi, si andava a vedere ProSesto-Cremonese. L’occasione era l’ultima di campionato di LegaPro che vedeva affrontarsi la Giana e la Cremonese. I primi già salvi, a noi serviva una vittoria per qualificarci per la coppa Italia. Missione compiuta col minimo sforzo e un rotondo 0-3. Il bello della giornata è che è stata come il calcio dovrebbe sempre essere: tanti bambini allo stadio, clima di festa, al massimo qualche contestazione a dei giocatori e un paio di sfottò a tifoserie non presenti.
Il clima bucolico conclusivo è stato completato con anche i tifosi grigiorossi ad applaudire la Giana (cenerentola di LegaPro che ha fatto ennemila promozioni negli ultimi anni) e la squadra avversaria a rispondere.
L’articolo di Tuttocremonese.
Gli unici veri imprenditori del calcio italiano
Sul mio blog non parlo spesso di calcio. Odio i discorsi da bar sport e infatti questo post non vuole essere tale. Nel 2011 lodai la Juve per la scelta imprenditoriale del nuovo stadio. Oggi vorrei fare di più per un’altra società: l’Udinese.
I Pozzo sono gli unici veri imprenditori del calcio italiano. L’Udinese infatti funziona come sono società (in termini generali) sani. Ha una rete di scout che gli consente di trovare giovani talenti, li valorizzano e poi li vende, sostenendo il bilancio. Hanno acquisito delle società estere (di sicuro una spagnola ma mi pare forse anche una inglese) in cui girare e far fare esperienza ai calciatori che non vogliono far militare direttamente nella prima squadra ma che non vogliono neppure demandare ad altri. Ora, senza grande clamore, stanno ricostruendo lo stadio, cosa che per esempio a Cagliari non era stato possibile. Ce ne fossero di più di società così, il calcio italiano starebbe sicuramente meglio.
Serracchiani sul nuovo stadio: un fiore all’occhiello – Cronaca – Messaggero Veneto.
Calcio minore
Non puoi scegliere né che squadra tifare né di che donna innamorarti. È una delle mie citazioni di Nick Hornby preferita. Del resto è molto calzante alla mia vita. No, oggi non voglio tediarvi con le mie vicissitudini amorose ma parlarvi dell’unica squadra di calcio che mi abbia mai appassionato, da quando ne capisco di calcio: la Cremonese. Da anni si barcamena nella melma della Lega Pro (ex serie C). Da anni è in predicato di passare in serie B, senza riuscirci. Da anni dico “ah l’anno prossimo in B compro le partite su sky”. Sì, perché gli attuali regolamenti rendono dura la vita del tifoso di fuori provincia che vuole andare allo stadio, tra tessere del tifoso e altre seccature. Quest’anno la Lega Pro ha lanciato il suo programma di streaming in diretta via internet di tutte le partite. Ero quindi disposto a pagato anche 40 euro per il pacchetto annuale ma, bella scoperta, è tutto gratis. Basta infatti andare, da computer, tablet o smartphone, su Sportube e vedersi liberamente le partite.
C’è chi sostiene che svuoterà gli stadi ma io non credo: il tifoso di lega pro è molto meno pigro di quello di serie A.
Ieri sera in treno ho visto parte della prima di campionato. Sinceramente la qualità tecnica della trasmissione la credevo molto peggio.
SKY e la licenza dei mondiali
No, questa volta non ci sto. Sono un abbonato Sky da quando vivo da solo e per la prima volta mi trovo totalmente insoddisfatto dal servizio. La loro politica di prezzo per i Mondiali di calcio è una vera presa in giro. Se fino a quelli del Sudafrica tutti gli abbonati sport potevano vedere alcune partite e chi sottoscriveva l’offerta le poteva vedere tutti, oggi gli abbonati ordinari non vedono quasi nulla. Specifichiamo: se sei un pallonaro che ha entrambi i pacchetti calcio e sport, i mondiali sono gratis; se invece se ne possiede solo uno dei due si dovrebbe pagare 59 euro per vedere le partite. Non sono un malato di calcio ma qualche partita l’avrei vista volentieri, così mi tocca così l’orrido commento Rai. Che poi cosa sarebbe cambiato per SKY fare come al solito? Nulla, i suoi abbonati faranno come me se non vogliono pagare il ticket. Almeno avrebbero avuto più spettatori per le partite “visibili” (quasi) con conseguente ritorno pubblicitario.
Sciur padrun dalle belle braghe bianche…
Anni fa la Cremonese, mia squadra del cuore, fu salvata dal fallimento da un industriale locale, Giovanni Arvedi. Un vero industriale di quelli di una volta, con l’acciaieria, la squadra di ciclismo (quando ha detto Coppa Kobram???) e così via. Ha risanato la società, ha fatto un centro sportivo a livello di serie A, ha speso molti soldi in giocatori ed allenatori. Ogni anno ai playoff ci siamo fatti prendere per il posteriore. Ogni volta ho atteso con trepidante attesa la notizia che si fosse rotto del mondo del calcio. Fino ad oggi mi era andata bene. Ora sciur padrum ha detto basta e ha messo in vendita la squadra. Il futuro non è più una certezza.
Giovani sportivi italiani a confronto
Ci sono ventenni italiani sportivi di successo e altri ventenni italiani sportivi e di successo. Ci sono Matteo Manassero e Mario Balotelli. Non rompete, non è razzismo: è la cultura sportiva delle diverse discipline che fa la differenza.

