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Miracoli del SEO
Distraiamoci un po’ dal coronavirus, per parlare di qualcosa frivolo e leggero (e alquanto inconsistente): i dati di accesso del mio blog!
A parte i miei soliti venticinque lettori (cit? devo dire cit o ci arrivate? io ci arrivavo ma avrei sbagliato il numero), c’è una piccolo esercito di lettori che arriva sul mio blog (alla spicciolata, pochi al giorno) tutti per lo stesso post, scritto nel lontano 2011. Precisamente è questo: Sottocosto Vs Sottoprezzo.
Il motivo è semplice: per gli imprescrutabili, almeno per me, algoritmi di google, sono finito in alto nei risultati di ricerche tipo “sottocosto sottoprezzo” o altre composizioni simili.
Ogni giorno, qualcuno arriva sulle mie pagine cercando proprio quello. Chissà se poi è rimasto anche a leggere altro.
Qualcuno di voi mi ha scoperto così?
Annus horrobilis del blog
Il 2017 non verrà certo ricordato come l’anno in cui il mio blog ha fatto il botto. Anzi. Come (per sommi capi) si vede dal grafico, la flessione è stata netta. In parte era successo già nel 2016 ma la cosa era stata mascherata da un post che aveva fatto numero decisamente sopra la media. Quest’anno non è si è replicato l’evento e quindi eccomi qua a vedere una candela decisamente più bassa.
In tutto questo, cosa vi è piaciuto di più di quanto scritto? Il post del 2017 più letto risulta quello in cui vi annuncio il mio matrimonio, ma è pur sempre il sesto in classifica assoluta. La verità è che ci sono post quasi eterni che, ogni anno, portano a casa il macinato. Parimerito al secondo posto ci sono Mi succhio un pennarello, che parla dei pennarelli per celiaci, e Sottocosto vs Sottoprezzo, in cui esamino una strategia commerciale ritornata in auge. In testa, solitario, un post che già dal titolo dimostra il suo lignaggio: Manifesta superiorità, un post del 2013 in cui raccontavo com’è bello essere fan degli Elio e le storie Tese.
Sottoprezzo vs Sottocosto
Uno degli errori in cui cadono in primis i giovani studenti di economia o di ragioneria (almeno i meno zelanti) è legato alla differenza tra costo e prezzo. Figuriamoci se non ci puo’ cascare la massa del pubblico. Questo sicuramente avranno pensato i pubblicitari che hanno studiato le recenti campagne, soprattutto radiofoniche della Expert. “gli altri fanno i saldi? Noi no! Facciamo i sottoprezzo!” Bravi… È la stessa cosa, senza neppur dover indicare la variazione percentuale dal prezzo originale. Ben diverso dal sottocosto, dove chi vende applica un prezzo inferiore a quello da egli stesso pagato e che è un’operazione strettamente regolamentata per legge, tanto che vanno precisati il numero di pezzi su cui si applica l’offerta.
A me questi mezzucci di bassa bottega fanno davvero arrabbiare!