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Un consiglio per il governo
Letta ci racconta la nuova legge di stabilità, o finanziaria o come cavolo la volete chiamare. C’è sempre un maledetto bisogno di racimolare soldi e lo si fa sempre negli stessi modi.
Io mi chiedo perché non tirino fuori dal cassetto una facile provvedimento che garantirebbe un gettito, magari piccolo, ma pur sempre un gettito. Da anni il poker Texas hold’em live, che una volta si poteva giocare in piena libertà nei circoli, attendendo il regolamento attuativo ad una legge che ai suddetti circoli ha imposto la chiusura. Ci sarebbe solo da fare il bando per l’assegnazione delle licenze (soldi per lo stato) e regolare la tassazione delle iscrizioni (soldi per lo stato).
Quella legge ha fatto chiudere i circoli virtuosi ma ovviamente nulla ha fatto alle bische, che continuano a proliferare. Per il resto oggi c’è una situazione a macchia di leopardo, dove alcune prefetture consentono il gioco, altre lo tollerano, altre lo reprimono. Ribadisco: soldi facili per lo stato.
Come potete leggere qua, invece nulla si muove.
Una settimana al MiniIPT
Come credo di avervi già scritto qui, il prossimo weekend mi farò un piccolo regalo. Andrò a Sanremo per giocare la versione low cost della tappa dell’Italia Poker Tour.
Anche se online non sto giocando particolarmente bene, sono abbastanza carico per l’evento. Mi manca molto il gioco live. Online non è neppure lontanamente la stessa cosa.
Per coloro tra di voi che amano particolarmente il rischio, sul sito Pokeropoly sono ancora in vendita delle quote della mia partecipazione. Il meccanismo è semplice: con una minima quota si entra nel capitale e si ricevono anche gli eventuali utili, derivanti da un piazzamento a premo.
Per chi fosse interessato, ecco il LINK
Chi va sui mezzi pubblici è come chi gioca a Poker
Perchè? Direte voi. Perchè è sempre un azzardo? Tutt’altro. Io sono da sempre un forte sostenitore dei mezzi pubblici, addirittura qui a Milano.
La similitudine sta tutta qua:
E’ provato che il giocatore di poker (ma anche l’essere umano in genere) ricorda più i colpi sfortunati di quelli fortunati. Potrebbe avere culo per settimane e poi perdere una mano sfortunata che subito inveirà contro il famigerato “server che trucca le mani e tutto controlla”.
Lo stesso l’utente medio ATM. Potrà viaggiare per settimane e settimane senza intoppi, poi un giorno beccherà un ritardo, uno sciopero o comunque un rallentamento minimo che subito si metterà a sbraitare che “è uno schifo” e che “con quello che si paga, questo sarebbe il servizio?”.
Mah…
Texas Hold’em: non tutti nascono imparati
Dedicato alle mie molte conoscenze che non sanno giocare a Texas Hold’em, anche se alcuni pensano di sì…
Tutta colpa dei fumatori
Anzi, visto che ormai nel gruppo ne è rimasto solo uno: tutta colpa del fumatore. Fatto sta che sabato sera ho fatto un pokerino tra amici e il dentro/fuori del fumatore sul balcone ha fatto entrare una zanzara in casa. Vanificati così giorni e giorni di tentativi per dormire sereno. Purtroppo la caccia notturna è stata infruttuosa. Riproverò stasera
Il poker online come professione? Un articolo che trovo molto pericoloso…
Pur amando il texas hold’em, inteso soprattutto come poker sportivo, poco gradisco una certa forma di fanatismo che lo circonda. In fondo ogni “gioco” ha i suoi fans sfegatati, ma qui tutto è ingigantito dalla componente pecuniaria.
Ecco perchè trovo molto pericoloso un articolo come quello che vi riporto qui sotto. Considerando quanti si rovinano col gioco, badate bene, la colpa non è certo del gioco ma del giocatore, sventolare davanti agli occhi di qualcuno anche solo l’idea di risolvere i problemi della propria disoccupazione con il poker… bah… no comment. Lascio a voi la lettura e il commento.
Crisi del lavoro: il poker può essere una soluzione? | Piw Editoriali.
Pokeropoly, se funzionasse?
Tempo fa mi ero iscritto sul sito Pokeropoly ma poi la cosa era morta lì, perché era poco frequentato. Ora stanno provando un rilancio e, anche se il traffico è ancora minimo, ho provato a dargli una chance.
Di che si tratta? Di un fenomeno molto diffuso all’estero ma che in Italia aveva trovato per ora applicazione solo informalmente nei grandi tornei live. In pratica un giocatore chiede ad altri soggetti di pagare parte della sua iscrizione a un torneo, in cambio della quale riconosce una corrispondente percentuale dell’eventuale vincita.
L’altro giorno ho messo un “annuncio” per trovare soci per un torneo su pokerstars e con mia grande sorpresa le quote sono state (quasi) tutte vendute.
Quindi stasera giocherò un torneo al quale normalmente non mi sarei avvicinato. L’iscrizione è di 30 euro, di cui quasi la metà pagata dai miei misteriosi investitori. Vedremo come andrà a finire.
Ammettiamolo: sono un donk
Posso dire quello che voglio. Possono dire quello che vogliono anche quei pochi giocatori che al tavolo hanno ancora rispetto per me. Però al texas hold’em sono un giocatore perdente. Soprattutto online. Soprattutto da quando una legge liberticida ha chiuso i circoli seri in Italia (ma questo è un altro discorso).
Mi sono sempre trincerato dietro il fatto che io gioco più che altro tornei che qualificano a grandi eventi. Quindi gioco, quel poco, a perdere, provando a infilare il colpo gobbo per arrivare a giocare un grande torneo online o vincere un ticket per un evento live.
Però così non va e anche quando gioco sit’n go, le mie statistiche non sono positive. Poi più passa il tempo più il mio gioco diventa fragile. Il live mi appassionava di più e mi dava anche quella voglia di giocare online. Ora questa verve non c’è più. Da sempre sostengo che il poker online è un altro sport e questo sport mi piace decisamente meno.
Ho anche mascherato le mie statistiche su sharkscope, se non altro per pudore e per non finire nei post di certi forum che irridono i giocatori le cui statistiche sembrano la discesa libera di Kitzbukel.
Certo, ogni tanto si gioca ancora con amici, davanti a un bicchierino di grappa e una birretta, ma non è la stessa cosa. Lì ancora faccio la mia discreta figura ma se mi incontrate su Pokestars.it (nick Puck1974) fregatevi le mani: sono ormai un perdente seriale.
