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Dagli anni 70 (quasi 80) con furore
Questo weekend eravamo in Liguria. Diciamo tra Sestri e Rapallo, senza entrare troppo nel dettaglio. Alberghi tutti pieni ma avevamo prenotato per tempo. Diciamo che la struttura era un fantastico spaccato, direttamente degli anni 70. Gli arredi, le suppellettili, gli alcolici (rimpiango di non esser riuscito a fotografare le bottiglie di Bianco Sarti), tutto parlava di un albergo agé per gente anch’essa agé. Meritano però menzione assoluta i posacenere attaccati alle pareti di ogni corridoio e ormai lasciato alla propria solitudine, visto che non si può più fumare. Uniche due concessioni alla modernità il televisore (dove però il digitale terrestre non prendeva neppure Rai e Mediaset) e il Wi-Fi (che si prendeva in stanza ma non andava). Pittoresco.
Viaggiare low cost (ma vicino)
Parliamo di viaggi low cost ma lasciamo stare Ryan Air e Easy Jet. Non essendo un grande amante della guida, stavo valutando alcune soluzioni per delle trasferte brevi. Dando per scontato che il treno è il mio mezzo preferito, soprattutto per muoversi tra le grandi città, stavo valutando anche il costo dei pullman, soprattutto per quelle destinazioni non raggiunte dalle rotaie. Prima dei 18 anni andavo in montagna da me (Pinzolo) con l’Autostradale. Ci metteva una vita, era caldo ma non mi pareva costasse molto. Così ho provato a fare una ricerca. Andata e ritorno: 48 euro. In pratica poco meno di quello che spenderei da solo per benzina e autostrada. Non mi pare per nulla conveniente… Se poi si viaggia almeno in due, proprio non c’è paragone. Ho verificato anche per andare in liguria, anche in questo caso non c’è convenienza, soprattutto rispetto al treno: più veloce e meno costoso. Qualcuno di voi viaggia mai in pullman? L’unica persona che conosco che lo ha fatto di recente (pendolari a parte) è una blogger che ci è andata in Ucraina…
Le donne di Chiavari hanno il senso dell’umorismo
Parto con questa citazione dotta (Baccini – Le donne di Modena) per una serie di spigolature dalle prime 36 ore di visita a Chiavari.
– il coccobello esiste ma ormai è istituzionalizzato, è italiano e tira fuori rime fantastiche che però non mi sono segnato e non mi ricordo più.
– sono una fighetta che ormai sui sassi usa sempre le scarpe da scoglio
– la spiaggia libera aveva persone ammassare una sull’altro e inevitabilmente si sentivano i discorsi altrui. Il migliore era di una 13-14enne che raccontava alla sorella/cugina maggiore le proprie vicissitudini sentimentali con un candore che non credevo esser più di quella generazione.
Eremitismo
Sono a fine luglio sulla riviera di ponente. Come faccio a parlare di eremitismo? Semplice, è una sua particolare declinazione: quello digitale. Qui in questa casa, ma mi dicono anche in diverse parti del paese, il cellulare non prende. Molti di voi, conoscendomi, mi penseranno in giro come un rabdomante drogato alla ricerca di “campo”. Mi viene in mente un ricordo di un’estate in Islanda. Io e il mio omonimo rhodese non eravamo potuti uscire a far la crociera per avvistare le balene, per colpa del maltempo. Eravamo così andati, nel bel mezzo di una violenta pioggia, a guardare il farò più a nord dell’isola. Lì trovammo un vecchietto che girava con una piccola utilitaria riadattata a camper. Si dimenava sul tetto dell’auto, mulinando in aria un vecchio Nokia, cercando di prendere la linea. Ecco, tranquillo. Non sono così disperato. La mia maggiore preoccupazione è che i miei non possono contattarmi di notte ma a parte quello… Ho comunque il Kindle e tanti giochi dell’iPhone funzionano anche senza linea 🙂

