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La divina triade della banalità 

 Prendete in un qualsiasi giorno dell’anno la lista dei film in prima visione, soprattutto quelli dei grandi multisala. Depennate a questo punto: sequel, remake e reboot. Cosa ci resta? Molto poco. A volte nulla. Questa è la cartina di tornasole della poca originalità del cinema mainstream attuale. Potremmo anche passare da una triade ad un quadrumvirato se aggiungiamo le saghe: film che nascono già per non completarsi coi titoli di coda. Non fraintendete, anche io ho visto, che so, Star Wars o mi vedrò magari Creed. Però ben vengano i sempre meno numerosi cinema che passano pellicole fuori dai soliti circuiti.

Il post dell’anno

Mi sono accorto che ho trattato il post più letto di dicembre ma non quello più letto di tutto il 2015. Il podio è interessante e variegato.

Al terzo posto un pezzo che non è neppure del 2015 ma bensì del 2014. Si dev’essere così ben posizionato nei motori di ricerca che quasi ogni giorno ha portato il macinato: Top Five: film sull’hockey

Medaglia d’argento per un post recente ma che dev’essere arrivato sui motori di ricerca al momento giusto. Vi raccontavo della chiusura del car sharing Twist e di come lo avessi appena sottoscritto: Twist chiude, il tempismo è tutto nella vita

Vince un post che deve il suo successo alla condivisione che ne ho fatto sulle pagine dei tifosi dell’Olimpia Milano e che parla del fatto che sono stato bannato dall’account twitter ufficiale della società: Il Daspo ai tempi dei Social

In definitiva è stato un bel 2015 per la mia versione “autore di blog”. Mi sono divertito a vessarvi con tante stupidate. Grazie per avermi letto.

Dio esiste e vive a Bruxelles

Niente da fare, come in molti aspetti della mia vita, anche al cinema sono chiaramente attratto dalle cose strane. Non si spiegherebbe altrimenti il fatto di essere finito ieri sera  a vedere “Dio esiste e vive a Bruxelles”. Un film con tanti aspetti. Cupo ma speranzoso, truce ma divertente. Dio è un tipo crudele. Il figlio è scappato di casa per fare di testa sua e la figlia di 10 anni non lo regge più e sogna di fare lo stesso. Così per dispetto fa arrivare a ogni persona nel mondo la data esatta della propria morte e poi scappa per trovare i suoi sei discepoli. Questa in soldoni l’inizio della storia. Grottesca, che fa riflettere ma anche ridere di gusto. Se devo trovare un appunto, per come sono io, non posso accettare l’idea, peraltro diffusa, che le colpe dei mali del mondo siano di Dio. “Perché se Dio c’è ammette che si soffra tanto?” Il film non ambisce a dare risposte al male del mondo ma alla fine ci aiuta almeno  a essere più ottimisti. In definitiva mi è piaciuto. 

 

Whiplash

whiplash

E’ tanto che non vi parlo di film, anche perché in effetti quest’anno ne sto vedendo davvero pochi. Un po’ per il poco tempo, un po’ perché, per gusto personale, ormai vedo molti più telefilm. Ieri sera mi sono comunque recuperato un film su Sky e, vi dico subito, mi ha convinto pienamente. La molla che mi ha fatto scattare la voglia di vederlo, oltre un paio di promo visti passare, è stato il bollino magico “premiato al Sundance” che negli anni mi ha fatto scoprire tanti bei film ma anche delle discrete ciofeche (imho). Se però guardate la pagina dei premi vinti da questo pellicola, noterete che sono numerosissimi, tra cui anche degli oscar. E’, in estrema sintesi, la storia di un giovane batterista jazz e di un insegnante al limite dello spietato pur di tirare fuori il meglio dai suoi studenti. Ottima musica, bella fotografia, una trama neppure troppo scontata. Ottimi interpreti. Insomma, consigliatissimo.

Guardare film nei parchi

Una sera ci siamo imbattuti a Bryant Paark, un giardino dietro la biblioteca pubblica, in una proiezione all’aperto di Ritorno al Futuro. Di sicuro più di un migliaio di persone in piena tranquillità e ordina a divertirsi in una calda serata d’estate. I poliziotti erano presenti ma non moltissimi e si limitavano a far spostare i pochi che si sedevano nelle vie di passaggio. Sera dopo stessa scena a Central Park ma con molte più persone, come vedete dalla foto. Questa volta per The Blues Brothers. Molto bello e anche coinvolgente. Un triste pensiero è stato che i pochi eventi gratuiti del genere che ho visto a Milano, la sensazione di civiltà sicurezza era un filino inferiore. 

Giornata Marvel

Oggi volevo andare allo Star Wars Day. Arrivato all’altezza dell’arena, vista la coda, ho optato per altro. Siamo allora andato a Wow! Spazio Fumetto a vedere la mostra sugli Avengers. Ammetto la mia relativa ignoranza nel mondo Marvel ma, appunto per questo, mi è piaciuta. Molto classica e poco tecnologica come esposizione ma non per questo meno interessante. La giornata è proseguita poi col relativo film, che è stato esattamente come mi aspettavo. Quindi piacevolmente leggero. Posso anche dire che la mostra mi è servita ad apprezzarne di più alcuni passaggi che altrimenti non avrei colto. Entrambi, mostra e film, ve li consiglio.

Brian Wilson

Vengo oggi a scoprire che a giugno uscirà nella sale Usa il film Love & Mercy, dedicato alla vita di Brian Wilson, leader dei Beach Boys. Partiamo subito mostrandovi il trailer

 

Non che io sia uno fan sfegatato di questa band ma col tempo ho imparato ad apprezzare il fatto che non sono certo un complessino leggerino che fa canzoni simpatiche, come molti pensano.

Certo quando oggi, per fare questo pezzo, sono andato su wikipedia, mi ha un po’ sorpreso il virgolettato:

“Se dovessi eleggere un genio vivente del pop, direi Brian Wilson”

A dirlo non certo l’ultimo degli scappati di casa ma il produttore dei Beatles.
Sicuramente un film che vorrò andare a vedere, senza considerare che il suddetto Brian è anche padre di una o forse due componenti di una band di cui facevo feticcio negli anni 90: le Wilson Phillips.

Concludo quindi con una scelta forse banale, una delle mie canzoni preferite dei Beach Boys

 

Dilemma per gli amanti del cinema

In un periodo in cui ci sono anche delle idee interessanti ma dove spesso i film diventano mini-serie (magari neppure troppo mini) mi chiedo:

Sono più odiosi i sequel o i reboot?

Arduo decidere anche se un paio di reboot non mi sono affatto dispiaciuti. Per esempio lo Star Trek di J.J.Abrams mi è piaciuto molto. Peccato che spessissimo il reboot non sia altro che un mezzuccio simpatico che far ripartire tutta una schiera di sequel…

Tutto questo per dire che oggi leggevo che vogliono fare il reboot anche di Highlander.