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Il fascino della FA Cup
Fin da quando ero piccolo sono stato patito di videogiochi manageriali di calcio. Allora erano “ambientati” solo nel campionato inglese ed ero affascinato dalla FA Cup dove, verso il terzo e quarto turno, ci potevano essere scontri tra squadre blasonate e piccole di provincia. Il classico Davide contro Golia. Questo non è solo nei videogiochi ma fa anche parte del fascino reale di questa antica coppa. Io non guardo molto calcio in TV ma oggi mi sono concesso un match tra il Tottenham è una squadra ultima nella terza divisione britannica. Ok, quest’anno in Italia c’è l’Alessandria in semifinale ma il fascino di queste sfide è tutta diversa…
Ci riprovo con Kickstarter: Server Tycoon
Dopo il fallimento della campagna per il remake di Sensible Soccer, ci riprovo a finanziare un progetto su Kickstarter. In questo caso si tratta di un videogioco che simula la gestione di una webfarm. Fin da piccolo sono stato un giocatore entusiasta per qualsiasi videogame che avesse “sim” “tycoon” o “manager” nel titolo. Questo non potevo proprio farmelo scappare!
Vediamo se questa volta va meglio e riesco a vedere l’arrivo sul mercato del gioco, con tanto di mio nome nella schermata dei ringraziamenti.
https://www.kickstarter.com/projects/1567327150/server-tycoon
Stroncare un gioco (a volte) è bello
Ieri è uscito un mio articolo su Gamesurf, si tratta della recensione del gioco ufficiale dei mondiali di rugby. Non vi tengo in sospeso: voto 4. Avevo paura di partire prevenuto verso questo titolo (lo scrissi in un post ah hoc) ma la realtà si è rivelata in linea con le aspettative. Mentre ero ancora indeciso sul voto (4 o 4,5), un mio amico recensore passò da me e glielo feci provare “se gli dai più di quattro sei stato pagato” fu il suo ironico commento sulla qualità del gioco.
Detto questo però devo ammettere che ogni tanto stroncare un gioco mi diverte. Spesso, non so se sia questo il caso, giudicate voi, sono più ispirato quando stronco rispetto a quando incenso un titolo. Se volete, ecco il link per leggere il pezzo.
Sorgente: Rugby World Cup 2015 – Recensione (PS4) – Gamesurf.it
Coerenza e Day 1
Ho sempre sostenuto che la sindrome del Day 1 è una cagata pazzesca. In parte lo confermo ancora perchè non farei mai le code in un negozio per acquistare qualcosa il giorno che viene messa sul mercato né mi farei ore di attesa per vedere un film il giorno della prima. Però se la cosa non implica un particolare sbattimento “fisico” da parte mia, perchè no? In particolare sono sempre stato un maniaco degli aggiornamenti software appena usciti. Per esempio oggi Apple ha rilasciato iOs 9 e io ho messo al lavoro il mio pc dell’ufficio per lo scarico. Ha iniziato stamane alle 9 e la fine è prevista per le 17 (lo ammetto, questo post, come molti altri, è scritto prima e pubblicato in differita…). Un altra piccola incoerenza nella quale sono caduto oggi è quella di prenotare su Amazon Fifa 16. Dopo anni in cui giocavo solo con amici, quest’ultimo hanno mi ha regalato un nuovo piacere nel dedicarmi qualche ora a settimana a giocare, in particolare al titolo calcistico di casa EA. Anche qui per averlo il giorno dell’uscita non ho certo dovuto fare particolari sbattimenti: ho messo l’ordine e il 24 settembre dovrebbe arrivare comodamente sulla mia scrivania. Ok, anche io cado nell’hype del day1
Il recensore paragnosta
Quando devo recensire un videogioco mi sforzo di non essere minimamente prevenuto. A volte però non è facile. Ormai l’uscita di quasi tutti i titoli è preceduta su internet da immagini, anteprime, rumors più o meno ufficiali e opinioni di gente che millanta di averli visti.
Altre volte, come nel caso del gioco che mi stanno spedendo da recensire, è proprio impossibile partire senza avere la quasi certezza che sia una schifezza. Non sono superficiale: ho delle buone attenuanti. Si tratta di un aggiornamento (che esce in concomitanza di una grande manifestazione mondiale) di un titolo sportivo che ho avuto la sfortuna di acquistare in saldo mesi fa. Una delle peggiori porcate che abbia mai visto. A questa versione, che speravo riveduta e corretta, un noto portale internazionale ha dato 1,5 su 10. Ok, lo ammetto, sto già affilando le armi per stroncarlo.
Hamptons a gettoni
Uno arriva in una delle zone più up degli USA (o almeno che hanno questa fama) e cosa fa? Va a fare il bucato in una lavanderia a gettoni. In una vacanza di tre settimane è una tappa quasi obbligata e nelle mie vacanze USA è una cosa capitata spesso. È anche un bel modo per entrare a contatto un po’ di più con la vita di tutti i giorni e fare del people watching. Anche questa volta c’erano tutti gli elementi classico di questa esperienza. Frequentato da fasce non certo abbienti (la signora degli Hampton non si fa il bucato da sola e non lo fa qua) ma ambiente rispettabile e pieno di bambini. Inoltre era venerdì sera e c’erano molti operai single a farsi il bucato. Menzione di merito al fatto che in questi luoghi vengono a morire vecchi e gloriosi coin op. Qui faceva bella mostra di sè un doppio cabinato Ms Pacman e Galaga.
Tornando agli Hampton (o Hamptons, non mi è ancora chiaro) altro non sono che la punta di Long Island. La parte chic c’è e parte da dove siamo noi a salire. La vedremo domani.
Il MyVegasSlot: Coupon, come se non ci fosse un domani
Nel novembre 2013 scrivevo questo post: Accumulare punti a caso.
Parlavo di questo gioco su Facebook in cui si accumulavano crediti per sconti a Las Vegas. Allora li accumulavo sulla fiducia. Oggi è venuto il momento di incassare, visto che presto sarò là (se qualcuno di voi è curioso di sapere dove alloggeremo…bhè si tenga la curiosità ancora per un po’, seguirà resoconto).
Probabilmente non riuscirò neppure ad usare tutti i buoni, ma avendo un surplus di punti li ho convertiti in:
– Buono due x uno per l’acquario del Mandalay Bay
– Buono due x uno per lo spettacolo Love (del Cirque du Soleil) al Mirage
– Altro buono due per uno per Love… ma versione biglietto premium
– Buono due x uno per il Gospel Brunch alla House of Blues del Mandalay Bay
– Buffet omaggio per colazione o pranzo all’Aria
– Buffet omaggio per colazione o pranzo al Mandalay Bay
Dire che per un gioco che non è costato nulla e che lasciavo andare in remoto sul pc (era una slot machine… non servive certo il mio intervento) non è male!
In redazione ho sempre portato la croce
C’è chi canta e chi porta la croce, dice un detto popolare. Io, nella mia passata carriera di recensore di videogiochi, ho sempre portato la croce. Nessun problema, quello era il mio ruolo, sapevo di non aver il sacro fuoco della passione (anche videoludica) per ambire a qualcosa di più. Uno dei miei tanti gap era (ed è) la poca conoscenza dell’inglese. Questo ha in particolare determinato uno dei miei più grandi rimpianti professionali: non sono mai stato mandato a seguire una fiera all’estero. Ci penso ogni anno, in genere due volte all’anno, durante l’E3 di Los Angeles e in questo periodo, durante il Gamescom di Colonia. Seguo le mie conoscenze che partono come inviati e penso che in fondo, almeno una volta, sarebbe piaciuto farlo anche a me.


