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Annus horrobilis del blog

Il 2017 non verrà certo ricordato come l’anno in cui il mio blog ha fatto il botto. Anzi. Come (per sommi capi) si vede dal grafico, la flessione è stata netta. In parte era successo già nel 2016 ma la cosa era stata mascherata da un post che aveva fatto numero decisamente sopra la media. Quest’anno non è si è replicato l’evento e quindi eccomi qua a vedere una candela decisamente più bassa.
In tutto questo, cosa vi è piaciuto di più di quanto scritto? Il post del 2017 più letto risulta quello in cui vi annuncio il mio matrimonio, ma è pur sempre il sesto in classifica assoluta. La verità è che ci sono post quasi eterni che, ogni anno, portano a casa il macinato. Parimerito al secondo posto ci sono Mi succhio un pennarello, che parla dei pennarelli per celiaci, e Sottocosto vs Sottoprezzo, in cui esamino una strategia commerciale ritornata in auge. In testa, solitario, un post che già dal titolo dimostra il suo lignaggio: Manifesta superiorità, un post del 2013 in cui raccontavo com’è bello essere fan degli Elio e le storie Tese.

La voglia di scrivere

Forse pochi l’avranno notato ma, dal ritorno dalle vacanze, ho un po’ abbandonato il mio blog. La verità è che ho poca voglia di scrivere e anche poche cose da dire. Però forse è il primo il fattore più importante, perché in fondo il classico pensiero “dovrei farci un post” ce l’ho spesso. Credo che passi a tutti i blogger dilettanti un momento così ogni tanto. Forse, ancora di più, a quelli professionisti. Tranquilli che comunque non vi libererete facilmente di me!

Gli influencer, i marchettoni e la legge

Nel 2015, quando ancora il termine “influencer” non era sulla bocca di tutti, si parlava semplicemente di blogger e dei loro post prezzolati a favore di diverse aziende. Speravo anch’io di poterne fare e avevo fatto un pubblico annuncio per vendermi al miglior offerente. Ovviamente nessuno ha risposto.

Ora giro su Twitter e Instagram ed è un fiorire di questi soggetti, che propongo, spesso, gli articoli più disparati.

Il problema, ben espresso nell’articolo di wired di cui vi metto il link, è semplice: come distinguere un blogger/influencer che esprime la propria opinione da un post (a vario titolo) pagato,  più simile ad una pubblicità che ad una recensione? Semplice. Allo stato attuale non si può.

Certi post dovrebbero essere accompagnati, come sulla carta stampata, di una segnalazione che il post è promozionale. Con buona pace di quelle piattaforme che reclutano soggetti per fare marchettoni, specificando che parlando di un dato prodotto, non si debba fare riferimento alla campagna promozionale alla quale si partecipa.

Sorgente: Gli influencer e la pubblicità: viaggio nella giungla del non detto – Wired

Il blog è in crisi. Viva il blog!

Non mi nascondo dietro ad un dito. Il mio blog, che non ha mai avuto tante visite, è in crisi. Lo scorso anno, sono riuscito a raggiungere il livello del 2015 e del 2014 solo perchè un post, finito non si sa perchè in testa alle indicizzazioni, mi ha portato da solo circa l’8% delle visite di tutto l’anno.
Quest’anno il coniglio dal cilindro non l’ho ancora estratto. Il risultato è che le visite sono in flessione. Mollare il colpo? Non ci penso neanche. Anche e soprattutto perchè il blog l’ho sempre scritto, prima di tutto, per me. Che fare? Con grande coerenza, sto meditando una cosa che avrebbe senso solo se fossi in fase espansiva: investire per poter trarre profitto dalla pubblicità sul blog. Potrei anche decidere di investire questi 60 euro all’anno… per ricavarne forse… boh… uno. L’importante è avere un business plan preciso e con stime realistiche! 🙂

Caro Google, per “pruriginoso” intendevo altro…

Il mio blog vive un momento di flessione delle visite. Come fare per risollevarlo? Potrei puntare sulla qualità dei contenuti… ma aimè quando ci ho provato i risultati sono stati scarsi. Del resto, ha sempre ragione René Ferretti. Allora si fa come L’Espresso e Panorama nei profondi anni 80, quando in copertina ogni settimana c’erano sempre delle tette al vento.

Vado allora su google e digito: notizie pruriginose. Cosa mi esce? Tutta una pletora di notizie su problemi cutanei…

Sorgente: Milaria: i brufoli da esposizione solare, cosa sono e come si può affrontare la problematica

Nell’era dei social, essere esperti non conta una fava

8032807067278_0_0_1200_80L’altro giorno mi sono messo a cercare su Amazon un film che volevo acquistare. Si trattava di Sing Street, un film molto carino, della passata stagione. La copertina del dvd è ben fatta e così mi sono soffermato a ingrandirla e guardare un paio di dettagli. Una cosa mi ha lasciato piuttosto inorridito. In genere, oltre a titolo, attori e magari qualche frase ad effetto, ci sono spesso i bollini dei premi vinti e anche qualche estratto da recensioni positive che il film ha ricevuto. Qui, in bella vista alla destra e alla sinistra del titolo ci sono… due estratti da commenti su Facebook. Niente recensioni del Corriere, di Repubblica, di Ciak. Niente siti cinematografici. Niente stampa straniera. No. Due emeriti signori nessuno che hanno detto la loro su Facebook. Chissà poi se sono veri o se la produzione si è inventata due commenti come li volevano loro. Ormai neppure blogger o influencer contano più. Bastano due nomi col cognome puntato che dicano quello che vuoi sentirti dire.

I blog che leggo: Conosci Parigi

i-4-mercatini-di-natale-da-non-perdere-a-parigi-lingressoIn questa rubrica, in genere vi parlo di blog che leggo ma di gente che non conosco. In questo caso invece il blogger è un mio amico che si è trasferito a Parigi e che in queste pagine parla delle cose meno conosciute che si possano fare nella capitale francese.

Forse erroneamente, mi prendo anche una minima parte della scintilla iniziale del blog perché, quando vado a trovare lui e la compagna, chiedo sempre di farmi vedere la Parigi lato b o lato c. Infatti negli itinerari ho trovato anche diverse passeggiate fatte assieme.

Egocentrismo a parte, il sito mi piace molto perché è costantemente aggiornato con segnalazioni interessanti e per nulla scontate.

Sorgente: Conosci Parigi | Conosci Parigi

La Top 3 del mese di ottobre

Ogni mese ormai arriva sempre più tardi il resoconto degli articoli più letti in quello precedente. Eccoci quindi a parlare di ottobre dove, lo dico subito, ho barato: ho fatto un repost per riportare in alto un articolo e farne uscire un’altro dalla classifica…

Sul terzo gradino del podio, un post politico in cui mi interrogo (e non ho risposte precise) sul perchè ci sia tanto astio verso Renzi

Alla piazza d’onore un articolo che, strano a dirsi, fa parte dei blast from the past. Cioè post di mesi (anche parecchi) precedenti ma che continua a generare visite: sottocosto vs sottoprezzo

Vince l’articolo “dopato” del mese: neologismi insopportabili