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C’era una volta Pappamondo
Una volta ero un assiduo acquirente del volumetto Pappamondo. Si trattava di guida ai ristoranti etnici di Milano, veniva pubblicato con cadenza annuale. Era la mia base per provare, con gli amici, qualche etnico diverso dal solito. L’altro giorno sono passato davanti ad un ristorante uzbeko in viale Farini e mi sono chiesto: ok tripadvisor ma come li scopro posto del genere se qualcuno non fa selezione? Ho così scoperto che, a quanto pare, Pappamondo non esce dal 2015. Un vero peccato.
Generazione GPS
Leggendo un po’ del Giappone, per documentarmi prima della partenza, leggevo spesso delle problematiche legate al raggiungere un indirizzo. Non avviene infatti come da noi (o non avviene sempre) che le vie abbiamo esplicitato il proprio nome e che la numerazione abbia una sequenza logica. Leggevo storie di gente che chiedeva ai passanti indicazioni, che si prodigavano gentilmente ad accompagnarli fino a destinazione, o chi consigliava di portarsi appresso il biglietto da visita (ammesso lo si avesse già) della propria destinazione, per esempio l’albergo, da mostrare al taxista di turno.
Oggi però tutto questo è superato.
Gli smartphone oggi hanno cambiato tutto, grazie al loro gps allegato. Anche solo Google Maps o Mappe di iOS, soprattutto se usate in modo ingrato a Booking.com o Tripadvisor, ci aiutano ad arrivare ovunque. Altre più specifiche, come Citymapper o altre delle singole città, ci portano per mano fino a destinazione. Insomma, ormai perdersi è impossibile. Anzi, è quasi un lusso che qualcuno ricerca espressamente.
App internazionali e viaggiatori nerd
L’altra sera Mrs Puck and I eravamo a Parigi e non sapevamo dove andare a cena. In passato ci si sarebbe mossi a zonzo o si sarebbero guardati consigli di qualche guida. Più di recente ci si sarebbe affidati a TripAdvisor. Ogni si può fare un passo in più e noi l’abbiamo fatto con somma soddisfazione: ci siamo affidati a The Fork. Si tratta di un’applicazione, sempre del gruppo TripAdvisor, che consente di prenotare ristoranti (spesso con forti sconti). Ormai la usiamo anche a Milano con una certa frequenza e per me è molto meglio dei coupon di Groupon. Lì spesso si viene trattato come clienti di serie B, con The Fork non mi è mai capitato.
Tornando all’altra sera, abbiamo individuato la zona in cui volevamo cenare e abbiamo iniziato a scorrere i locali con i maggiori sconti. Se qualcuno ci intrigava, guardavamo le foto e le recensioni di TripAdvisor (direttamente dalla App di The Fork). La scelta è caduta su un piccolo ristorante giapponese che, più che il solito sushi, offriva piatti grigliati alla giappo. Due click e il gioco era fatto. Una bella cena, scontata al 40%, in tutta comodità.
-81%
Questo weekend io e SCM dovevamo andare a Roma e cercavamo una doppia su booking.com. Stavamo guardando le offerte quando siamo stati attratti da un clamoroso “-81%” che faceva crollare il prezzo di una camera all’interno del nostro prezzo di riserva (nell’interno dei cento euro). Per una volta facciamo i nomi e i cognomi: Relais San Pietro. Guardiamo le foto e pare carino. In effetti le altre stanze offerte su booking hanno prezzi dai settecento euro in su. Un po’ titubanti, decidiamo di rischiare, anche perchè è ben posizionato per il nostro itinerario. In fondo a quel prezzo si trovavano quasi solo bettole. Verifico anche sul loro sito ufficiale e in effetti ci sono le stanze prezzolate ma anche alcune messe in vendita a circa cento euro. Ecco l’inghippo, penso, quello è il prezzo solito, mica il famigerato -81%…
Arrivano a Roma e ci dirigiamo vero l’albergo. Navigatore alla mano, ci avviciniamo alla posizione. “Beh ma ci siamo passati davanti” fa SCM. “Ma va! Era un estetista” Replicò io. Avevamo drammaticamente ragione entrambi: l’hotel che (non l’avevo detto) millanta anche una Spa, condivide l’ingresso è la reception con un estetista… Comunque la prenotazione c’è e ci danno le chiavi della stanza. Notò subito che a piano terra e al primo piano ci sono stanze individuate da numeri. Al secondo sono invece contraddistinte da nomi di artisti. Quelle più care saranno lì, penso tra me e me, ormai convinto che ci abbiano dato la stanza standard.
Entriamo e in effetti la nostra stanza è molto standard. Confermo: pulita, arredamento recente, bagno in ordine, Wi-Fi gratuito. Insomma, un buon 3 stelle ma nulla più. Usciamo, giriamo per Roma e rientriamo stravolti. Qui la stanza denota qualche magagna: la via è molto rumorosa e decidiamo di chiudere la finestra. Molto meglio ma… Che caldo! Accendiamo il condizionatore… Ma anche no: ci proviamo in tutti i modi ma non parte. Meglio il caldo del rumore, che peraltro è garantito da un ronzio meccanico di ignota provenienza, e proviamo a dormire. Non avevamo però fatto i conti con i vicini di stanza. Infatti c’è una sorta di porta comunicante che dev’essere di carta velina: sentiamo tutto quello che succede di là. Per fortuna non molto… E la notte passa tranquilla.
La mattina la colazione è servita al terrazzo del terzo piano. Per fortuna che è una discreta giornata e i tavolini sono anche all’esterno, perchè altrimenti avremmo dovuto attendere si liberasse un tavolo. La colazione è nella norma ma mentre mangio scruto i commensali: chissà chi di loro ha speso settecento euro. Infatti se arrivassi lì dopo aver speso quella somma sarei un bel po’ arrabbiato…
Non fraintendetemi: vale esattamente il prezzo che abbiamo speso. Però non cercate di intortarmi dicendo che mi state facendo uno sconto al limite del pazzesco… Infatti le recensioni su tripadvisor parlano di un buon hotel, in ottima posizione, a prezzo contenuto.
Il signore di Firenze è TripAdvisor
Io sono spesso tacciato di essere molto connesso e troppo social network oriented ma sono rimasto stupito dall’influenza che ha TripAdvisor da queste parti. Ok, anche io hotel e un paio di ristoranti li avevo cercati qui prima di partire ma a Firenze veramente non c’è esercizio commerciale che non tenga al proprio rating. Dall’hotel che in ascensore ha il qr code per mandarmi subito a scrivere la recensione, fino al cantuccificio che sulla propria etichetta si vanti di essere top rating. Conterà la presenza di turisti americani ma qui siamo alla vera e propria mania.
Tutto questo ricordando sempre e comunque le distorsioni che questo sito ha…
La Ryan Air degli hotel? Alla fine non mi convince
Mi capita di andare almeno un paio di volte l’anno a Londra. In genere col mio omonimo rhodense e soggiorniamo in zona Bayswater. Questa volta, per la prossima trasferta in occasione di Wimbledon (facendo i debiti scongiuri per i biglietti) avevo la curiosità di provare o Tune Hotel o l‘Easy Hotel. Entrambi applicato il principio utilizzato dalle compagnie low cost aeree agli hotel. Tune è una catena che si è sviluppata nel sudest asiatico, Easy invece è legata a doppio filo alla Easyjet. In pratico sono alberghi standardizzati nelle forniture, minimali nell’arredamento, con buona parte dei servizi opzionali. Vuoi che ti rifacciano la stanza tutti i giorni? Paghi. Vuoi la stanza con finestra? Paghi. Vuoi il televisore? Paghi.
Di base il concetto non mi dispiaceva, fino a che alla resa dei conti sono emersi due effetti negativi.
1) il costo non era poi così competitivo rispetto ai 2/3 stelle che frequentiamo normalmente. Non certo delle regge ma neppure topaie.
2) ho visto su tripadvisor le foto delle stanze. A Londra sono sempre piuttosto piccole ma… qui eravamo quasi a livello degli “alveari” giapponesi.